In
questi giorni abbiamo assistito all’insediamento trionfale di Donald Trump alla
Casa Bianca. L’evento è stato segnalato da molta stampa e comunicazione
mediatica come l’inizio di un’“era”. Il TG2, per esempio, ha titolato “comincia
l’era Trump”, ma è solo un esempio, perché il termine è stato largamente
inflazionato a commento dell’evento. La cosa mi ha incuriosito e allora sono
andato a consultare un vocabolario. In particolare sono andato in rete ho
cliccato sul Vocabolario Treccani, dove alla voce “era”, al di là delle sue più
prorpie accezioni di natura storica e geologica, ho rintracciato un significato
estensivo del termine che meglio potrebbe riferirsi al nostro caso, dove si
indica per “era” un “periodo di tempo
più o meno ampio caratterizzato da avvenimenti memorabili (in tal senso è sinonimo
di epoca): l’era
gloriosa del Rinascimento, del Risorgimento; la scoperta dell’America segna l’inizio di una
nuova era nella storia della civiltà.
Più genericamente, era di libertà, era di
schiavitù; l’era atomica” (cf.
http://www.treccani.it/vocabolario/era/, consultazione del
22 gennaio 2017, ore 18:42).
Orbene
l’insediamento di Trump è certamente un evento importante nella vita politica
americana e anche mondiale, ma la sua qualificazione come inizio di un’era, mi
sembra senz’altro una sopravvalutazione dell’avvenimento. Mi sembra che abbiamo
assistito all’inizio di un mandato presidenziale che potrà durare 4, o nel
migliore di casi, 8 anni. Non sappiamo ne possiamo prevedere se la presidenza
Trump sarà o meno caratterizzata da avvenimenti memorabili, o se sarà un
ordinario avvicendamento tra responsabili della cosa pubblica, o se sarà
addirittura espressione di semplice protagonismo mediocre. Oggi, all’inizio
dell’avventura di Trump alla casa Bianca, parlare di inizio di un’“era” mi
sembra improprio e tipico di un giornalismo scadente e incline a una ricostruzione
dei fatti spettacolarizzata, ma poco rispettoso del loro effettivo svolgimento e
peso. Donald Trump farà bene? Oppure farà male? Oggi nessuno può saperlo, né
prevederlo. Io lascerei ai posteri l’ardua sentenza ed eviterei pettegolezzi da
salotto retro. Oggi a oltre mezzo
millennio di distanza, come ci indica il Vocabolario Treccani, tutti
concordiamo che la scoperta dell’America ha segnato l’inizio di una nuova era
nella storia della civiltà. Mi chiedo allora quale memoria si avrà, tra mezzo
millennio, della Presidenza Trump. In quanti saranno a ricordarsi di lui?
Di una
cosa però sono certo. Abbiamo bisogno di un giornalismo vero che non giochi sulle
“ere”, analizzi in profondità i fatti e
ne dia rigoroso conto ai lettori, ai telespettatori e ai fruitori della rete.
Sergio Sbragia
Vico Equense, domenica 22 gennaio 2017