mercoledì 17 luglio 2013

Ma sono proprio utili le pubblicità dei medicinali?



Ma sono proprio utili le pubblicità dei medicinali?

Nelle ultime settimane è andato ripetutamente in onda su tutte le reti televisive uno spot promozionale di uno dei più diffusi prodotti analgesici. Nel corso del breve messaggio pubblicitario una delle due protagoniste esordisce vantandosi di aver acquistato una confezione familiare del prodotto da 36 compresse, onde poter rispondere alle esigenze di più persone. Immediatamente la sua interlocutrice ci tiene a sottolineare anche l’utilità di poter disporre di una confezione piccola, da 6 compresse, comoda da portare sempre con sé, per ogni evenienza.
In sostanza ci troviamo dinanzi all’invito ad acquistare ben 42 dosi di analgesico, che è un medicinale, per altro soggetto a scadenza, quindi da consumare in un periodo di tempo contenuto. Tenendo conto  che le famiglie numerose non sono oggi molto diffuse, si tratta in effetti di una promozione pubblicitaria di 42 dosi di analgesico, da consumarsi in un tempo definito ed entro un gruppo composto in media da 3-4-5 persone al massimo (si consideri anche che da un tale conteggio andrebbero tenuti fuori i bambini). Se si vede così la cosa, l’augurio che si può formulare agli acquirenti di tale prodotto è quello che le compresse acquistate arrivino alla scadenza prevista e possano essere smaltite secondo le norme che ne disciplinano il riciclaggio, senza che si abbia alcuna necessità di farne uso (sarebbe questo di certo il male minore). Diversamente  dovremmo avere a che fare con un molto probabile caso di emicrania frequente, da affrontare con serietà con la dovuta consulenza medica e farmacologica, non certo secondo gli stimoli di campagne promozionali di un consumo di massa, quasi si trattasse di figurine da collezione o di un chewing gum (da tenere con sé per ingannare le attese).
Mi chiedo se non sia giusto lasciare che il consumo delle specialità medicinali, soprattutto degli analgesici, venga orientato esclusivamente dalle indicazioni mediche e farmacologiche. E, sempre in  proposito, che dire della frequente recitazione “alla velocità della luce” del messaggio integrativo (imposto forse da disposizioni regolamentari) in cui, nel corso dello spot, si avvisano i telespettatori che si tratta di un medicinale, che può avere contrindicazioni e si raccomanda di leggere con attenzione le indicazioni per l’assunzione?

Vico Equense, lì 17 luglio 2013