Ma sono proprio utili le pubblicità dei medicinali?
Nelle ultime settimane è andato ripetutamente
in onda su tutte le reti televisive uno spot promozionale di uno dei più
diffusi prodotti analgesici. Nel corso del breve messaggio pubblicitario una delle
due protagoniste esordisce vantandosi di aver acquistato una confezione
familiare del prodotto da 36 compresse, onde poter rispondere alle esigenze di
più persone. Immediatamente la sua interlocutrice ci tiene a sottolineare anche
l’utilità di poter disporre di una confezione piccola, da 6 compresse, comoda da
portare sempre con sé, per ogni evenienza.
In sostanza ci troviamo dinanzi
all’invito ad acquistare ben 42 dosi di analgesico, che è un medicinale, per
altro soggetto a scadenza, quindi da consumare in un periodo di tempo
contenuto. Tenendo conto che le famiglie
numerose non sono oggi molto diffuse, si tratta in effetti di una promozione
pubblicitaria di 42 dosi di analgesico, da consumarsi in un tempo definito ed entro
un gruppo composto in media da 3-4-5 persone al massimo (si consideri anche che
da un tale conteggio andrebbero tenuti fuori i bambini). Se si vede così la
cosa, l’augurio che si può formulare agli acquirenti di tale prodotto è quello
che le compresse acquistate arrivino alla scadenza prevista e possano essere smaltite
secondo le norme che ne disciplinano il riciclaggio, senza che si abbia alcuna
necessità di farne uso (sarebbe questo di certo il male minore). Diversamente dovremmo avere a che fare con un molto
probabile caso di emicrania frequente, da affrontare con serietà con la dovuta
consulenza medica e farmacologica, non certo secondo gli stimoli di campagne
promozionali di un consumo di massa, quasi si trattasse di figurine da collezione
o di un chewing gum (da tenere con sé per ingannare le attese).
Mi chiedo se non sia giusto
lasciare che il consumo delle specialità medicinali, soprattutto degli
analgesici, venga orientato esclusivamente dalle indicazioni mediche e
farmacologiche. E, sempre in proposito,
che dire della frequente recitazione “alla velocità della luce” del messaggio
integrativo (imposto forse da disposizioni regolamentari) in cui, nel corso
dello spot, si avvisano i telespettatori che si tratta di un medicinale, che
può avere contrindicazioni e si raccomanda di leggere con attenzione le
indicazioni per l’assunzione?
Vico Equense, lì 17 luglio 2013
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