sabato 11 novembre 2017

CATTOLICI E LUTERANI: OGNI MINISTERO È SUBORDINATO A CRISTO

Dopo alcune settimane di pausa, continuiamo la nostra riflessione sulla Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1], approfondendo ancora la ricerca sul tema del “ministero”, soffermandoci su un importante aspetto di consenso espresso nell’affermazione n. 16, che sottolinea come luterani e cattolici oggi considerino concordemente che:

che ogni ministero è subordinato a Cristo, che, sotto l’azione dello Spirito Santo, opera nella predicazione della parola di Dio, nell’amministrazione dei sacramenti e nel servizio pastorale.

Quest’importante elemento di consenso era, in realtà, già sostanzialmente emerso nel precedente documento internazionale di dialogo Il ministero pastorale nella Chiesa del 1982, che, riguardo alla vita della Chiesa, aveva affermato:

«In seno a questo popolo sacerdotale di Dio, Cristo mediante lo Spirito Santo concede numerosi ministeri: apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori per fortificare i santi per l’opera dell’edificazione del corpo di Cristo (Ef. 4,11-12). Chiamati al servizio della riconciliazione, e avendo ricevuto in tale qualità la parola della riconciliazione, essi sono “inviati nel nome di Cristo” (cf. 2Cor. 5,18-20); pur non essendo signori della fede, bensì servitori della gioia (2Cor 1,24)» (Il ministero pastorale nella Chiesa, 14).

Questo sostanziale consenso veniva poi ulteriormente ribadito poco più avanti nello stesso documento che ribadiva come luterani e cattolici erano addivenuti a poter affermare insieme che tutto il ministero è subordinato a Cristo, il quale:

«agisce nello Spirito Santo nella proclamazione della parola di Dio, nell’amministrazione dei sacramenti e nel servizio pastorale. In quanto è colui che agisce attualmente, Gesù Cristo prende il ministro al suo servizio; il ministro è solo il suo strumento, il suo organo. Gesù Cristo è l’unico e solo sommo sacerdote della nuova alleanza» (Il ministero pastorale nella Chiesa, 21).

Questi due punti prendono le mosse dal già considerato comune riconoscimento della Chiesa come popolo sacerdotale[2], nel quale Gesù, in forza dello Spirito Santo, chiama tanti a una molteplicità di ministeri (“apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori”) affinché concorrano alla santificazione dei credenti e della Chiesa corpo di Cristo. Un elemento di consenso che affonda le sue radici nell’insegnamento paolino. È il caso, per esempio, della Lettera agli Efesini:    

Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo (Ef. 4,11-12).

La riflessione comune su questo brano ha portato cattolici e luterani a riconoscere come la chiamata a essere “apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri” abbia la propria fonte in Gesù Cristo, e come queste chiamate siano in effetti finalizzate a cooperare all’edificazione del corpo di Cristo.
La riflessione è poi proseguita sulla Seconda Lettera ai Corinzi:

Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete saldi (2Cor. 1,24).

L’apostolo Paolo, rivolto ai fedeli di Corinto, presenta il ministero svolto a loro favore da lui e dai suoi collaboratori Timòteo e Silvano, non come un titolo di autorità nei loro stessi confronti, ma quale una funzione al servizio della fede dei fratelli.

Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio (2Cor. 5,17-20).

E anche dal testo indirizzato alla comunità corinzia si evince come la funzione ministeriale abbia la propria origine in un preciso mandato di Gesù, radicato nell’azione riconciliatrice di Dio, che riconciliando il mondo a sé in Cristo, ha scelto di non imputare colpe all’umanità e di affidare agli uomini il “ministero della riconciliazione”. I ministri cristiani sono dunque “ambasciatori” della riconciliazione con Dio.

Sergio Sbragia
sabato, 11 novembre 2017


[1] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Cf. Sergio Sbragia, Cattolici e Luterani: Sacerdozio comune dei fedeli e ministero ordinato. – in: http://sergiosbragia.blogspot.it/2017/09/cattolici-e-luterani-sacerdozio-comune.html.