Grazie a un’anticipazione promozionale ho appreso che ieri sera, nel corso della trasmissione “Freedom” programmata su “Italia uno”, sarebbe andato in onda un servizio dedicato alla presenza di vestigia egizie nella città di Benevento e in alcune località della sua provincia. Incuriosito ho puntualmente seguìto il programma televisivo. Nel suo corso ho avuto l’opportunità di confrontarmi con la presentazione da parte di Roberto Giacobbo di vari elementi d’indubbio interesse.
In
primo luogo è stata rilevata la presenza in alcune località non distanti da
Benevento (Caiazzo, Montesarchio, Sant’Agata dei Goti e Moiano) di quattro
colline a forma piramidale, che sarebbe legittimo intendere come indubbie e
antichissime vestigia egizie in area sannita. Ciò sarebbe ulteriormente
confermato anche dalla singolare disposizione di queste colline che rivelerebbe
una sorprendente simmetria con la costellazione astrale di Orione.
Sono stati poi
presentati vari reperti rinvenuti nella città di Benevento (o nelle sue
immediate vicinanze) d’indubbia fattura egizia, probabilmente risalenti a un
tempio dedicato alla dea Iside, alla quale nel Sannio nell’antichità veniva
dedicato un culto ampiamente diffuso. Dopo essere stati utilizzati come
materiali di risulta per costruzioni successive, alcuni di questi reperti sono
oggi presenti in alcuni punti della città e varie sculture sono oggi esposte
nel locale Museo del Sannio. La loro particolarità è quella di non essere opere
provenienti dall’Egitto, ma prodotte in loco.
È stata poi sottolineata la possibile continuità tra le
sacerdotesse di Iside e la tradizione delle streghe di Benevento (le janare), determinata dalla
discriminazione del culto della dea egizia prodotta dall’affermazione del
cristianesimo.
Infine
è stata fatta un’illustrazione del sito mefitico di Rocca San Felice, in
provincia di Avellino, ma vicino a Benevento, dove si trova un piccolo lago di
origine solfurea, noto anche a Virgilio e tradizionalmente considerato come un accesso all’inferno.
Si tratta, a dire il vero, di aspetti tutti di
grande interesse, ma ciò che mi ha sorpreso è che, fatta eccezione per il sito
di Rocca San Felice (al quale è stata dedicata una presentazione attenta e
dettagliata), la trattazione dei primi tre aspetti è stata a mio avviso molto
superficiale e sintetica.
La presentazione ha evitato di scendere nei
particolari. Anche le interviste di alcuni esperti sono state brevissime e agli
interlocutori chiamati in causa non è stato lasciato il tempo utile, non dico per
approfondire, ma almeno per illustrare sia pur brevemente le ipotesi proposte
dalla trasmissione.
Visto l’interesse degli argomenti, mi sarei francamente
aspettato di più, almeno un maggiore dettaglio. Mi ha sorpreso poi che, a
fronte della sinteticità dei contenuti, la trasmissione si sia dilungata più
volte nell’anticipare ripetutamente i contenuti dei servizi previsti successivamente,
nonostante fossero già stati posti in evidenza a inizio del programma.
All’interno del servizio è stato anche proposto un
inserto dedicato all’esposizione di un vaso (definito “il più bello del mondo”)
restituito da una lunga e approfondita indagine di polizia al patrimonio
artistico e culturale del nostro paese. La visione del vaso, davvero molto
bello, mi ha dato tuttavia l’impressione di trovarmi dinanzi a una manifattura di
stampo ellenico e non egizio. Posso sbagliare, ma le immagini che ho visto mi
indirizzano più verso la Grecia, che verso l’Egitto. Nel caso questa mia
impressione dovesse corrispondere al vero, mi chiedo cosa possa giustificare l’inserzione
di questo riferimento in un servizio dedicato alle vestigia egizie a Benevento,
senza nemmeno una precisazione circa l’eventuale manifattura in stile ellenico
del reperto. Infine nella messa in onda delle immagini, circa il luogo di
esposizione del vaso, si parla genericamente di un museo, ma non si precisa se
si tratta del Museo del Sannio di Benevento o del Museo Archeologico di
Montesarchio. Sarebbe stato sufficiente solo aggiungere qualche parola.
Francamente mi aspettavo di più! Penso che gli
argomenti non vadano solo accennati, ma che almeno vengano presentati con una
certa organicità e con un sufficiente corredo informativo di base. Che
delusione! Eppure alcuni anni fa ho avuto modo di ascoltare di persona Roberto
Giacobbo in una conferenza tenuta presso la Biblioteca comunale di Sala
Consilina (Sa) dove ci arricchì con un contributo di alta qualità.
Vico Equense, sabato 12 dicembre 2020
Sergio Sbragia