sabato 12 dicembre 2020

“Freedom”, che delusione!

 Grazie a un’anticipazione promozionale ho appreso che ieri sera, nel corso della trasmissione “Freedom” programmata su “Italia uno”, sarebbe andato in onda un servizio dedicato alla presenza di vestigia egizie nella città di Benevento e in alcune località della sua provincia. Incuriosito ho puntualmente seguìto il programma televisivo. Nel suo corso ho avuto l’opportunità di confrontarmi con la presentazione da parte di Roberto Giacobbo di vari elementi d’indubbio interesse.

In primo luogo è stata rilevata la presenza in alcune località non distanti da Benevento (Caiazzo, Montesarchio, Sant’Agata dei Goti e Moiano) di quattro colline a forma piramidale, che sarebbe legittimo intendere come indubbie e antichissime vestigia egizie in area sannita. Ciò sarebbe ulteriormente confermato anche dalla singolare disposizione di queste colline che rivelerebbe una sorprendente simmetria con la costellazione astrale di Orione.

Sono stati poi presentati vari reperti rinvenuti nella città di Benevento (o nelle sue immediate vicinanze) d’indubbia fattura egizia, probabilmente risalenti a un tempio dedicato alla dea Iside, alla quale nel Sannio nell’antichità veniva dedicato un culto ampiamente diffuso. Dopo essere stati utilizzati come materiali di risulta per costruzioni successive, alcuni di questi reperti sono oggi presenti in alcuni punti della città e varie sculture sono oggi esposte nel locale Museo del Sannio. La loro particolarità è quella di non essere opere provenienti dall’Egitto, ma prodotte in loco.

È stata poi sottolineata la possibile continuità tra le sacerdotesse di Iside e la tradizione delle streghe di Benevento (le janare), determinata dalla discriminazione del culto della dea egizia prodotta dall’affermazione del cristianesimo.

Infine è stata fatta un’illustrazione del sito mefitico di Rocca San Felice, in provincia di Avellino, ma vicino a Benevento, dove si trova un piccolo lago di origine solfurea, noto anche a Virgilio e tradizionalmente considerato come un accesso all’inferno.

Si tratta, a dire il vero, di aspetti tutti di grande interesse, ma ciò che mi ha sorpreso è che, fatta eccezione per il sito di Rocca San Felice (al quale è stata dedicata una presentazione attenta e dettagliata), la trattazione dei primi tre aspetti è stata a mio avviso molto superficiale e sintetica.

La presentazione ha evitato di scendere nei particolari. Anche le interviste di alcuni esperti sono state brevissime e agli interlocutori chiamati in causa non è stato lasciato il tempo utile, non dico per approfondire, ma almeno per illustrare sia pur brevemente le ipotesi proposte dalla trasmissione.

Visto l’interesse degli argomenti, mi sarei francamente aspettato di più, almeno un maggiore dettaglio. Mi ha sorpreso poi che, a fronte della sinteticità dei contenuti, la trasmissione si sia dilungata più volte nell’anticipare ripetutamente i contenuti dei servizi previsti successivamente, nonostante fossero già stati posti in evidenza a inizio del programma.

All’interno del servizio è stato anche proposto un inserto dedicato all’esposizione di un vaso (definito “il più bello del mondo”) restituito da una lunga e approfondita indagine di polizia al patrimonio artistico e culturale del nostro paese. La visione del vaso, davvero molto bello, mi ha dato tuttavia l’impressione di trovarmi dinanzi a una manifattura di stampo ellenico e non egizio. Posso sbagliare, ma le immagini che ho visto mi indirizzano più verso la Grecia, che verso l’Egitto. Nel caso questa mia impressione dovesse corrispondere al vero, mi chiedo cosa possa giustificare l’inserzione di questo riferimento in un servizio dedicato alle vestigia egizie a Benevento, senza nemmeno una precisazione circa l’eventuale manifattura in stile ellenico del reperto. Infine nella messa in onda delle immagini, circa il luogo di esposizione del vaso, si parla genericamente di un museo, ma non si precisa se si tratta del Museo del Sannio di Benevento o del Museo Archeologico di Montesarchio. Sarebbe stato sufficiente solo aggiungere qualche parola.

Francamente mi aspettavo di più! Penso che gli argomenti non vadano solo accennati, ma che almeno vengano presentati con una certa organicità e con un sufficiente corredo informativo di base. Che delusione! Eppure alcuni anni fa ho avuto modo di ascoltare di persona Roberto Giacobbo in una conferenza tenuta presso la Biblioteca comunale di Sala Consilina (Sa) dove ci arricchì con un contributo di alta qualità.

 

Vico Equense, sabato 12 dicembre 2020

Sergio Sbragia

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