mercoledì 29 settembre 2021

Domenica le elezioni amministrative


Ormai ci si prepara allo sprint finale per le elezioni amministrative di domenica prossima. Purtroppo la sensazione che ho di questo imminente passaggio elettorale è abbastanza deludente. Lo scenario generale mi sembra profondamente caratterizzato un po’ ovunque da una visione individualistica, molto lontana da un necessario senso comunitario di corresponsabilità della conduzione della “cosa pubblica”. Un po’ in tutte le località interessate, dalle grandi città ai centri medio-piccoli, abbiamo registrato la presentazione di molte candidature individuali per la funzione di sindaco e la moltiplicazione oltre ogni immaginazione del numero di liste di appoggio. Un fenomeno questo, quello della fioritura di tante tantissime liste, che accomuna la procedura elettorale per i comuni e quella per le regioni. In occasione di queste scadenze elettorali si registra un fenomeno diffuso di nascita, pochi mesi prima dell’appuntamento elettorale, di improvvisate aggregazioni politiche, che poi, nella quasi totalità dei casi, si dissolvono immediatamente dopo le elezioni. Fiori che non mettono radici, che non riescono a maturare un’esperienza politica, che alla fin fine non fanno storia. Solo uno strumento momentaneo e fugace di raccolta del consenso, che non costruisce quasi mai reti condivise di protagonismo sociale e politico. È questo a mio avviso un limite molto grave del sistema elettorale che dagli anni ’90 è stato scelto per i Comuni. Oggi, a quasi trent’anni dalla sua introduzione, abbiamo a disposizione una prospettiva storica di quasi tre decenni per poter adeguatamente valutare i limiti delle regole elettorali vigenti per le nostre comunità locali.

A mio parere non sembrano raggiunti gli obiettivi di stabilità amministrativa che ci si attendeva all’epoca della loro introduzione. Uno sguardo, anche rapido, alle serie storiche delle sindacature delle principali città mostra senz’ombra di dubbio l’assenza di miglioramenti rispetto alla fase precedente, con dall’altro invece un decremento nella partecipazione politica dei cittadini e un diffuso allargamento del disinteresse per la vita associata.

La crescita dei nostri centri ha necessità di uno spirito di partecipazione, di corresponsabilità, di senso di appartenenza, che viene di fatto scoraggiato dall’impostazione individualistica delle attuali regole elettorali, che favoriscono solo la nascita di fugaci aggregazioni di breve respiro e ispirate a una logica del “mordi e fuggi”.

Un’impostazione che alla fine impedisce alle comunità locali di essere vere protagoniste di crescita sociale e civile, manifestando una sostanziale debolezza nei confronti delle istanze del potere centrale. L’individualismo di qualche sindaco, che ogni tanto fa la voce grossa negli strumenti di comunicazione, in realtà dimostra solo la debolezza delle nostre comunità locali. L’assenza di un protagonismo sociale, frutto di una società civile matura, responsabile e coinvolta, non può essere surrogato dall’agitarsi di una sola persona e questo con grande gioia per le spinte centralizzatrici.

D’altronde anche il protagonismo turistico dei leaders delle forze politiche nazionali, in questi giorni un po’ tutti impegnati a fare su e giù perb la penisola, a parole con l’intento di sostenere i propri candidati in lizza localmente, mostra invece la diffusa disattenzione per lo sviluppo delle nostre comunità locali. Di fatto questo interventismo verticistico delle istanze nazionali nello svolgimento dei confronti elettorali locali costituisce una mancanza di rispetto per l’autonomia locale, che dovrebbe invece essere oggetto del massimo rispetto da parte dei livelli nazionali. Sono convinto che quando un leader nazionale, disertando gli impegni istituzionali e/o di parte di cui è titolate a livello centrale, interviene nel dibattito politico locale viola in concreto l’autonomia di quanti nella realtà locale quotidianamente vivono e sono impegnati, in primis l’autonomia e i diritti di quanti in quella realtà locale si riconoscono nella stessa area di opinione del leader in visita.

Personalmente sono convinto che sia giunta l’ora di operare un’approfondita riflessione finalizzata a individuare una diversa e alternativa disciplina elettorale per le nostre comunità locale. Penso che sia arrivato il momento per aprire in proposito un serio tavolo di confronto e approfondimento.

Vico Equense, 29 settembre 2021

Sergio Sbragia