A mio parere non sembrano raggiunti gli obiettivi di
stabilità amministrativa che ci si attendeva all’epoca della loro introduzione.
Uno sguardo, anche rapido, alle serie storiche delle sindacature delle
principali città mostra senz’ombra di dubbio l’assenza di miglioramenti
rispetto alla fase precedente, con dall’altro invece un decremento nella partecipazione
politica dei cittadini e un diffuso allargamento del disinteresse per la vita
associata.
La crescita dei nostri centri ha necessità di uno spirito di
partecipazione, di corresponsabilità, di senso di appartenenza, che viene di
fatto scoraggiato dall’impostazione individualistica delle attuali regole
elettorali, che favoriscono solo la nascita di fugaci aggregazioni di breve
respiro e ispirate a una logica del “mordi e fuggi”.
Un’impostazione che alla fine impedisce alle comunità locali
di essere vere protagoniste di crescita sociale e civile, manifestando una
sostanziale debolezza nei confronti delle istanze del potere centrale. L’individualismo
di qualche sindaco, che ogni tanto fa la voce grossa negli strumenti di comunicazione,
in realtà dimostra solo la debolezza delle nostre comunità locali. L’assenza di
un protagonismo sociale, frutto di una società civile matura, responsabile e
coinvolta, non può essere surrogato dall’agitarsi di una sola persona e questo
con grande gioia per le spinte centralizzatrici.
D’altronde anche il protagonismo turistico dei leaders delle
forze politiche nazionali, in questi giorni un po’ tutti impegnati a fare su e
giù perb la penisola, a parole con l’intento di sostenere i propri candidati in
lizza localmente, mostra invece la diffusa disattenzione per lo sviluppo delle
nostre comunità locali. Di fatto questo interventismo verticistico delle
istanze nazionali nello svolgimento dei confronti elettorali locali costituisce
una mancanza di rispetto per l’autonomia locale, che dovrebbe invece essere
oggetto del massimo rispetto da parte dei livelli nazionali. Sono convinto che
quando un leader nazionale, disertando gli impegni istituzionali e/o di parte
di cui è titolate a livello centrale, interviene nel dibattito politico locale
viola in concreto l’autonomia di quanti nella realtà locale quotidianamente
vivono e sono impegnati, in primis l’autonomia e i diritti di quanti in quella
realtà locale si riconoscono nella stessa area di opinione del leader in
visita.
Personalmente sono convinto che sia giunta l’ora di operare
un’approfondita riflessione finalizzata a individuare una diversa e alternativa
disciplina elettorale per le nostre comunità locale. Penso che sia arrivato il
momento per aprire in proposito un serio tavolo di confronto e approfondimento.
Vico Equense, 29 settembre 2021
Sergio Sbragia
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