martedì 18 settembre 2018

CATTOLICI E LUTERANI: RADUNARE E COSTRUIRE LA COMUNITÀ CRISTIANA FUNZIONE ESSENZIALE E SPECIFICA DEL MINISTERO ORDINATO








Facciamo un ulteriore passo avanti nell’approfondimento della Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1], concentrandoci su una accostandoci a un tema posto in luce dal punto n. 18 che richiama un importante elemento di consenso conseguito grazie all’attività di dialogo e di approfondimento congiunto, che riconosce quale funzione essenziale del ministero ordinato quella di radunare e costruire la comunità cristiana. Al punto 18 si dice chiaramente che luterani e cattolici:

Dichiarano insieme che la funzione essenziale e specifica del ministro ordinato è quella di radunare e costruire la comunità cristiana mediante la proclamazione della parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti e la presidenza della vita liturgica, missionaria e diaconale della comunità.

La riflessione prende avvio dal documento del 1981, Il ministero pastorale nella Chiesa, che dopo aver considerato le differenze che si sono storicamente determinate nella comprensione della natura propria del ministero ordinato soprattutto a livello dei «punti di partenza» diversificati sperimentati nelle due comunità, e dopo aver verificato il determinarsi in entrambe di un processo di accentuazione e approfondimento nella comprensione del ministero ordinato, ha avuti modo di constatare che:

«Attualmente le nostre Chiese possono dire insieme che la funzione essenziale e specifica del ministro ordinato consiste nel radunare ed edificare la comunità cristiana mediante sia l’annuncio della parola di Dio sia la celebrazione dei sacramenti, nonché nel guidare la vita della comunità nei suoi aspetti liturgici, missionari e diaconali» (Il ministero pastorale nella Chiesa, 31)[2].

Il linguaggio usato su questo punto dal documento luterano-cattolico nel 1981, fa ampiamente presagire quello cui farà ricorso, l’anno successivo (nel 1982), il documento di dialogo multilaterale Battesimo, eucaristia, ministero del Consiglio ecumenico delle Chiese:

 «La responsabilità principale del ministero ordinato è di radunare ed edificare il corpo di Cristo mediante la proclamazione e l’insegnamento della parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti e la guida della vita della comunità nella sua liturgia, nella sua missione e nella sua diaconia» (Battesimo, eucaristia, ministero. Ministero pastorale, 13)[3].

Il consenso faticosamente, ma efficacemente costruito nel tempo, pone al centro dell’attenzione due aspetti unificati in una sola funzione. Il primo è quello di riunire, di raccogliere, di convocare, di radunare insieme la comunità cristiana, un elemento che comporta l’idea del convocare, che si riallaccia al tema biblico della “chiamata” e che esprime sul piano umano una funzione di “appello”, di costruzione e di tenuta di una dimensione “di relazione”. Il secondo aspetto fa invece riferimento all’idea del costruire, del fabbricare, del contribuire a formare e a dare stabilità alla medesima comunità cristiana. Un costruire che richiama alla mente la dicotomia evangelica tra “il costruire sulla sabbia” e “il costruire sulla roccia”. Dunque un’azione di radunare ed edificare che comunque non si riduce a una, pur essenziale, funzione organizzativa, ma comprende una dimensione di esemplarità, di buon esempio, di sostegno spirituale, che include comunque sempre un elemento fondamentale di “relazione” con tutti e ciascuno dei componenti della comunità.
In merito a questa funzione riconosciuta in ambedue le tradizioni ecclesiali, come riferita al ministero ecclesiale, vengono usati in forma non casuale due aggettivi. Tale funzione è prima indicata come “essenziale” e ciò pone in rilievo come essa si caratterizzi come l’essenza dell’ufficio ministeriale, come una sua caratteristica sostanziale, indispensabile, non eliminabile. L’altra aggettivazione utilizzata è quella di considerare la stessa funzione anche come “specifica” del ministero, cioè come sua azione caratteristica e particolarmente differenziata.
Il testo, dopo aver evidenziato l’essenzialità e la specificità per il ministero ordinato della funzione del ministero ordinato, ne pone in evidenza anche l’articolazione degli elementi che lo sostanziano:
1. la proclamazione della parola di Dio. È questo l’aspetto primario che è stato già posto in evidenza al punto precedente (il n. 17) quale fonte e culmine del funzione ministeriale;
2. la celebrazione dei sacramenti, perché la scelta di fede è certamente un’adesione della persona alla chiama del Signore, è un’adesione del cuore alla Parola, ma si concretizza in segni, in momenti reali d’incontri, in una relazione concreta tra parole e gesti, in un’esistenzialità che coinvolge tutto l’uomo, fatto di pensiero, di scelte, di sentimenti, di emozioni, di azioni e di relazioni con Dio e con gli altri;
3. la presidenza della vita liturgica, missionaria e diaconale della comunità. E qui viene in luce la pluriformità della vita della comunità cristiana, caratterizzata dal rendimento di grazie e dalla lode del Signore, dalla tensione e dalla sollecitudine ad annunciare a tutti il Vangelo che abbiamo ricevuto, dallo spirito di servizio per i fratelli, a partire dagli ultimi. E di questa multiforme vita comunitaria, sia i cattolici, sia i luterani, riconoscono un ruolo presidenziale ai ministri ordinati.
Alla luce di queste riflessioni possiamo legittimamente concludere che l’immagine che noi cattolici abbiamo della figura del sacerdote e quella che i luterani hanno del pastore non sono, in realtà molto distanti l’una dall’altra.
Certamente c’è ancora molto cammino da fare, ma un tratto significativo è stato senza dubbio percorso. Solo qualche decennio fa probabilmente non molti immaginavano di poter conseguire i risultati, che invece sono stati raggiunti. E questo costituisce una spinta per implorare dal Signore il dono della volontà di perseverare su un sentiero che si è rivelato fecondo e del discernimento necessario per riconoscere i segni che lo Spirito dissemina sul nostro cammino per progredire verso l’unità.  

Sergio Sbragia
martedì, 18 settembre 2018


[1] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Commissione congiunta cattolica romana - evangelica luterana, Il ministero pastorale nella Chiesa,1981, 31.
[3] - Consiglio ecumenico delle Chiese : Commissione Fede e costituzione, Battesimo, eucaristia, ministero. Documento di Lima, Ministero pastorale, 1982, 13.

lunedì 10 settembre 2018

CATTOLICI E LUTERANI: LA PROCLAMAZIONE DEL VANGELO, PRIMO COMPITO DEL MINISTERO ORDINATO



Dopo una lunga e non voluta pausa, torniamo alla nostra riflessione sulla Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1], accostandoci a un tema posto in luce dal punto n. 17 del documento dedicato alla centralità rivestita dalla proclamazione del Vangelo nelle funzioni del ministero ordinato, riconosciuta sia nella tradizione luterana che in quella cattolica:

Luterani e cattolici concordano sul fatto che la proclamazione del Vangelo occupa il primo posto fra i vari compiti del ministero ordinato.

Già il documento di dialogo conosciuto come Rapporto di Malta[2], aveva avuto modo di porre in luce una convergente valutazione tra luterani e cattolici su questo tema:

«Il concilio Vaticano II ha ribadito, in modo nuovo, che la funzione fondamentale del sacerdote è l’annuncio del Vangelo. Anche per quanto riguarda l’amministrazione dei sacramenti, s’insiste sul fatto che si tratta di sacramenti della fede, fede che nasce dalla Parola e che dalla Parola viene nutrita. Secondo le professioni di fede luterane, il compito del ministero è di annunciare il Vangelo e amministrare i sacramenti in conformità al Vangelo, in modo tale da suscitare e fortificare la fede. In confronto a una precedente accentuazione unilaterale dell’annuncio, attualmente nelle Chiese luterane i sacramenti sono stati inseriti in maggior misura nella vita spirituale della comunità» (Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 1972, 61).

Com’è possibile verificare da questa riflessione condotta nel 1972, dal Rapporto di Malta, lo sforzo dialogico aveva posto in relazione gli aspetti posti in luce, da parte cattolica, dal Decreto del Concilio ecumenico Vaticano 2° Prebyterorum ordinis sul ministero e la vita dei presbiteri, e, da parte luterana alla Confessione di Augusta.
Se infatti rileggiamo il paragrafo 4 del citato decreto Prebyterorum ordinis, possiamo verificare come in esso

Il popolo di Dio viene adunato innanzitutto per mezzo della parola del Dio vivente che tutti hanno il diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti. Dato infatti che nessuno può essere salvo se prima non ha creduto, i presbiteri, nella loro qualità di cooperatori dei vescovi, hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il Vangelo di Dio seguendo il mandato del Signore: «Andate nel mondo intero e predicate il Vangelo a ogni creatura» e possono così costituire e incrementare il popolo di Dio (Concilio ecumenico Vaticano 2°, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Prebyterorum ordinis, 4).
                                                                                                                                                                
Se poi passiamo a leggere il paragrafo 5° della Confessione di Augusta non possiamo fare a meno di verificare un sostanziale consenso sulla primarietà assegnata all’annuncio della parola da entrambe le tradizioni ecclesiali nella delineazione delle funzioni ministeriali:

Perché si possa ottenere questa fede è stato istituito il ministero di insegnamento del Evangelo e di amministrazione dei sacramenti. Infatti, per mezzo della Parola e dei sacramenti, come mediante degli strumenti, ci viene donato lo Spirito Santo che, dove e quando Dio vuole, produce la fede in coloro che ascoltano l‘Evangelo; il che vuol dire che Dio, non in virtù dei nostri meriti ma in virtù di Cristo, giustifica coloro che credono di essere accolti nella sua grazia per l’opera di Cristo: «affinché riceviamo la promessa dello Spirito per mezzo della fede» (Gal. 3,14) (Confessione di Augusta, 5).

Il tema del primato dell’annuncio del Vangelo viene poi ribadito con forza nel fondamentale documento di dialogo, risalente al 2006: L’apostolicità nella Chiesa.

«Sia per i cattolici sia per i luterani compito e funzione basilare del ministro ordinato è il servizio pubblico della parola di Dio, il Vangelo di Gesù Cristo, che Dio uno e trino ha comandato alla Chiesa di proclamare in tutto il mondo. Si deve misurare ogni ufficio e ogni detentore di ufficio in base a questo obbligo» (Commissione luterana-cattolica sull’unità, L’apostolicità della Chiesa, 2006, 274).

Come abbiamo potuto constatare si tratta di un punto sul quale è stato conseguito un significato consenso. E proprio per questo riveste un’importanza notevole, in quanto indicazione autorevole di un metodo da mettere alla prova anche su terreni più impegnativi e scottanti.
È importante valutare quanto sia rilevante la convergenza che porta i cattolici a porre in evidenza come l’annuncio del Vangelo sia il sostrato necessario e indispensabile della funzione ministeriale:

i presbiteri sono debitori verso tutti, nel senso che a tutti devono comunicare la verità del Vangelo di cui il Signore li fa beneficiare. Quindi, sia che offrano in mezzo alla gente la testimonianza di una vita esemplare, che induca a dar gloria a Dio sia che annuncino il mistero di Cristo ai non credenti con la predicazione esplicita; sia che svolgano la catechesi cristiana o illustrino la dottrina della Chiesa; sia che si applichino a esaminare i problemi del loro tempo alla luce di Cristo: in tutti questi casi il loro compito non è di insegnare una propria sapienza, bensì di insegnare la parola di Dio e di invitare tutti insistentemente alla conversione e alla santità (Concilio ecumenico Vaticano 2°, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Prebyterorum ordinis, 4).

Dall’altro non è possibile non rendersi conto della convergente comprensione del nucleo di ministero ecclesiale nutrita dalla tradizione luterana, che, sempre nella Confessione augustana, al punto 7°, sottolinea:

Allo stesso modo insegnano che la Chiesa una e santa sussisterà in perpetuo. Invero la Chiesa è l’assemblea dei santi nella quale si insegna l‘Evangelo nella sua purezza e si amministrano correttamente i sacramenti. E per la vera unità della Chiesa è sufficiente l‘accordo sull’insegnamento dell’Evangelo e sull’amministrazione dei sacramenti (Confessione di Augusta, 7).

Credo che un interessante terreno di lavoro comune sia dato da questa attenzione dei cattolici a far sì che la parola di Dio, sia la base di tutta la missione del ministri ordinati e, da quella dei luterani, che legge lo stesso ministero su due elementi di fondo: l’Evangelo e l’amministrazione dei sacramenti.
Se la parola di Dio è il punto centrale per entrambe le tradizioni, certamente un comune accostamento al vangelo può essere la via per scoprire nuovi sentieri da battere insieme.

Sergio Sbragia
domenica, 10 settembre 2018



[1] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Commissione di studio evangelica luterana - cattolica romana, Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 1972.