lunedì 10 settembre 2018

CATTOLICI E LUTERANI: LA PROCLAMAZIONE DEL VANGELO, PRIMO COMPITO DEL MINISTERO ORDINATO



Dopo una lunga e non voluta pausa, torniamo alla nostra riflessione sulla Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1], accostandoci a un tema posto in luce dal punto n. 17 del documento dedicato alla centralità rivestita dalla proclamazione del Vangelo nelle funzioni del ministero ordinato, riconosciuta sia nella tradizione luterana che in quella cattolica:

Luterani e cattolici concordano sul fatto che la proclamazione del Vangelo occupa il primo posto fra i vari compiti del ministero ordinato.

Già il documento di dialogo conosciuto come Rapporto di Malta[2], aveva avuto modo di porre in luce una convergente valutazione tra luterani e cattolici su questo tema:

«Il concilio Vaticano II ha ribadito, in modo nuovo, che la funzione fondamentale del sacerdote è l’annuncio del Vangelo. Anche per quanto riguarda l’amministrazione dei sacramenti, s’insiste sul fatto che si tratta di sacramenti della fede, fede che nasce dalla Parola e che dalla Parola viene nutrita. Secondo le professioni di fede luterane, il compito del ministero è di annunciare il Vangelo e amministrare i sacramenti in conformità al Vangelo, in modo tale da suscitare e fortificare la fede. In confronto a una precedente accentuazione unilaterale dell’annuncio, attualmente nelle Chiese luterane i sacramenti sono stati inseriti in maggior misura nella vita spirituale della comunità» (Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 1972, 61).

Com’è possibile verificare da questa riflessione condotta nel 1972, dal Rapporto di Malta, lo sforzo dialogico aveva posto in relazione gli aspetti posti in luce, da parte cattolica, dal Decreto del Concilio ecumenico Vaticano 2° Prebyterorum ordinis sul ministero e la vita dei presbiteri, e, da parte luterana alla Confessione di Augusta.
Se infatti rileggiamo il paragrafo 4 del citato decreto Prebyterorum ordinis, possiamo verificare come in esso

Il popolo di Dio viene adunato innanzitutto per mezzo della parola del Dio vivente che tutti hanno il diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti. Dato infatti che nessuno può essere salvo se prima non ha creduto, i presbiteri, nella loro qualità di cooperatori dei vescovi, hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il Vangelo di Dio seguendo il mandato del Signore: «Andate nel mondo intero e predicate il Vangelo a ogni creatura» e possono così costituire e incrementare il popolo di Dio (Concilio ecumenico Vaticano 2°, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Prebyterorum ordinis, 4).
                                                                                                                                                                
Se poi passiamo a leggere il paragrafo 5° della Confessione di Augusta non possiamo fare a meno di verificare un sostanziale consenso sulla primarietà assegnata all’annuncio della parola da entrambe le tradizioni ecclesiali nella delineazione delle funzioni ministeriali:

Perché si possa ottenere questa fede è stato istituito il ministero di insegnamento del Evangelo e di amministrazione dei sacramenti. Infatti, per mezzo della Parola e dei sacramenti, come mediante degli strumenti, ci viene donato lo Spirito Santo che, dove e quando Dio vuole, produce la fede in coloro che ascoltano l‘Evangelo; il che vuol dire che Dio, non in virtù dei nostri meriti ma in virtù di Cristo, giustifica coloro che credono di essere accolti nella sua grazia per l’opera di Cristo: «affinché riceviamo la promessa dello Spirito per mezzo della fede» (Gal. 3,14) (Confessione di Augusta, 5).

Il tema del primato dell’annuncio del Vangelo viene poi ribadito con forza nel fondamentale documento di dialogo, risalente al 2006: L’apostolicità nella Chiesa.

«Sia per i cattolici sia per i luterani compito e funzione basilare del ministro ordinato è il servizio pubblico della parola di Dio, il Vangelo di Gesù Cristo, che Dio uno e trino ha comandato alla Chiesa di proclamare in tutto il mondo. Si deve misurare ogni ufficio e ogni detentore di ufficio in base a questo obbligo» (Commissione luterana-cattolica sull’unità, L’apostolicità della Chiesa, 2006, 274).

Come abbiamo potuto constatare si tratta di un punto sul quale è stato conseguito un significato consenso. E proprio per questo riveste un’importanza notevole, in quanto indicazione autorevole di un metodo da mettere alla prova anche su terreni più impegnativi e scottanti.
È importante valutare quanto sia rilevante la convergenza che porta i cattolici a porre in evidenza come l’annuncio del Vangelo sia il sostrato necessario e indispensabile della funzione ministeriale:

i presbiteri sono debitori verso tutti, nel senso che a tutti devono comunicare la verità del Vangelo di cui il Signore li fa beneficiare. Quindi, sia che offrano in mezzo alla gente la testimonianza di una vita esemplare, che induca a dar gloria a Dio sia che annuncino il mistero di Cristo ai non credenti con la predicazione esplicita; sia che svolgano la catechesi cristiana o illustrino la dottrina della Chiesa; sia che si applichino a esaminare i problemi del loro tempo alla luce di Cristo: in tutti questi casi il loro compito non è di insegnare una propria sapienza, bensì di insegnare la parola di Dio e di invitare tutti insistentemente alla conversione e alla santità (Concilio ecumenico Vaticano 2°, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Prebyterorum ordinis, 4).

Dall’altro non è possibile non rendersi conto della convergente comprensione del nucleo di ministero ecclesiale nutrita dalla tradizione luterana, che, sempre nella Confessione augustana, al punto 7°, sottolinea:

Allo stesso modo insegnano che la Chiesa una e santa sussisterà in perpetuo. Invero la Chiesa è l’assemblea dei santi nella quale si insegna l‘Evangelo nella sua purezza e si amministrano correttamente i sacramenti. E per la vera unità della Chiesa è sufficiente l‘accordo sull’insegnamento dell’Evangelo e sull’amministrazione dei sacramenti (Confessione di Augusta, 7).

Credo che un interessante terreno di lavoro comune sia dato da questa attenzione dei cattolici a far sì che la parola di Dio, sia la base di tutta la missione del ministri ordinati e, da quella dei luterani, che legge lo stesso ministero su due elementi di fondo: l’Evangelo e l’amministrazione dei sacramenti.
Se la parola di Dio è il punto centrale per entrambe le tradizioni, certamente un comune accostamento al vangelo può essere la via per scoprire nuovi sentieri da battere insieme.

Sergio Sbragia
domenica, 10 settembre 2018



[1] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Commissione di studio evangelica luterana - cattolica romana, Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 1972.

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