Dopo
una lunga e non voluta pausa, torniamo alla
nostra riflessione sulla Dichiarazione in
cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1], accostandoci a un tema
posto in luce dal punto n. 17 del documento dedicato alla centralità rivestita dalla
proclamazione del Vangelo nelle funzioni del ministero ordinato, riconosciuta
sia nella tradizione luterana che in quella cattolica:
Luterani e cattolici concordano sul fatto che la proclamazione del
Vangelo occupa il primo posto fra i vari compiti del ministero ordinato.
Già
il documento di dialogo conosciuto come Rapporto
di Malta[2], aveva avuto modo di porre
in luce una convergente valutazione tra luterani e cattolici su questo tema:
«Il concilio Vaticano II ha
ribadito, in modo nuovo, che la funzione fondamentale del sacerdote è
l’annuncio del Vangelo. Anche per quanto riguarda l’amministrazione dei
sacramenti, s’insiste sul fatto che si tratta di sacramenti della fede, fede
che nasce dalla Parola e che dalla Parola viene nutrita. Secondo le professioni
di fede luterane, il compito del ministero è di annunciare il Vangelo e
amministrare i sacramenti in conformità al Vangelo, in modo tale da suscitare e
fortificare la fede. In confronto a una precedente accentuazione unilaterale
dell’annuncio, attualmente nelle Chiese luterane i sacramenti sono stati
inseriti in maggior misura nella vita spirituale della comunità» (Il vangelo e la Chiesa :
Rapporto di Malta, 1972, 61).
Com’è
possibile verificare da questa riflessione condotta nel 1972, dal Rapporto di Malta, lo sforzo dialogico aveva
posto in relazione gli aspetti posti in luce, da parte cattolica, dal Decreto
del Concilio ecumenico Vaticano 2° Prebyterorum
ordinis sul ministero e la vita dei presbiteri, e, da parte luterana alla Confessione di Augusta.
Se
infatti rileggiamo il paragrafo 4 del citato decreto Prebyterorum ordinis, possiamo verificare come in esso
Il popolo di Dio viene adunato
innanzitutto per mezzo della parola del Dio vivente che tutti hanno il diritto
di cercare sulle labbra dei sacerdoti. Dato infatti che nessuno può essere
salvo se prima non ha creduto, i presbiteri, nella loro qualità di cooperatori
dei vescovi, hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il Vangelo di Dio seguendo
il mandato del Signore: «Andate nel mondo intero e predicate il Vangelo a ogni
creatura» e possono così costituire e incrementare il popolo di Dio (Concilio ecumenico
Vaticano 2°, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Prebyterorum ordinis, 4).
Se poi
passiamo a leggere il paragrafo 5° della Confessione
di Augusta non possiamo fare a meno di verificare un sostanziale consenso
sulla primarietà assegnata all’annuncio della parola da entrambe le tradizioni
ecclesiali nella delineazione delle funzioni ministeriali:
Perché si possa ottenere questa fede
è stato istituito il ministero di insegnamento del Evangelo e di
amministrazione dei sacramenti. Infatti, per mezzo della Parola e dei
sacramenti, come mediante degli strumenti, ci viene donato lo Spirito Santo che,
dove e quando Dio vuole, produce la fede in coloro che ascoltano l‘Evangelo; il
che vuol dire che Dio, non in virtù dei nostri meriti ma in virtù di Cristo,
giustifica coloro che credono di essere accolti nella sua grazia per l’opera di
Cristo: «affinché riceviamo la promessa dello Spirito per mezzo della fede»
(Gal. 3,14) (Confessione di Augusta, 5).
Il
tema del primato dell’annuncio del Vangelo viene poi ribadito con forza nel
fondamentale documento di dialogo, risalente al 2006: L’apostolicità nella Chiesa.
«Sia per i cattolici sia per i
luterani compito e funzione basilare del ministro ordinato è il servizio pubblico
della parola di Dio, il Vangelo di Gesù Cristo, che Dio uno e trino ha
comandato alla Chiesa di proclamare in tutto il mondo. Si deve misurare ogni
ufficio e ogni detentore di ufficio in base a questo obbligo» (Commissione
luterana-cattolica sull’unità, L’apostolicità
della Chiesa, 2006, 274).
Come
abbiamo potuto constatare si tratta di un punto sul quale è stato conseguito un
significato consenso. E proprio per questo riveste un’importanza notevole, in
quanto indicazione autorevole di un metodo da mettere alla prova anche su
terreni più impegnativi e scottanti.
È
importante valutare quanto sia rilevante la convergenza che porta i cattolici a
porre in evidenza come l’annuncio del Vangelo sia il sostrato necessario e
indispensabile della funzione ministeriale:
i presbiteri sono debitori verso
tutti, nel senso che a tutti devono comunicare la verità del Vangelo di cui il
Signore li fa beneficiare. Quindi, sia che offrano in mezzo alla gente la
testimonianza di una vita esemplare, che induca a dar gloria a Dio sia che
annuncino il mistero di Cristo ai non credenti con la predicazione esplicita;
sia che svolgano la catechesi cristiana o illustrino la dottrina della Chiesa;
sia che si applichino a esaminare i problemi del loro tempo alla luce di
Cristo: in tutti questi casi il loro compito non è di insegnare una propria
sapienza, bensì di insegnare la parola di Dio e di invitare tutti
insistentemente alla conversione e alla santità (Concilio ecumenico
Vaticano 2°, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Prebyterorum ordinis, 4).
Dall’altro
non è possibile non rendersi conto della convergente comprensione del nucleo di
ministero ecclesiale nutrita dalla tradizione luterana, che, sempre nella
Confessione augustana, al punto 7°, sottolinea:
Allo stesso modo insegnano che la Chiesa una e santa
sussisterà in perpetuo. Invero la Chiesa è l’assemblea dei santi nella quale si
insegna l‘Evangelo nella sua purezza e si amministrano correttamente i
sacramenti. E per la vera unità della Chiesa è sufficiente l‘accordo sull’insegnamento
dell’Evangelo e sull’amministrazione dei sacramenti (Confessione di Augusta, 7).
Credo
che un interessante terreno di lavoro comune sia dato da questa attenzione dei
cattolici a far sì che la parola di Dio, sia la base di tutta la missione del
ministri ordinati e, da quella dei luterani, che legge lo stesso ministero su
due elementi di fondo: l’Evangelo e l’amministrazione dei sacramenti.
Se
la parola di Dio è il punto centrale per entrambe le tradizioni, certamente un
comune accostamento al vangelo può essere la via per scoprire nuovi sentieri da
battere insieme.
Sergio
Sbragia
domenica,
10 settembre 2018
[1] - Commissione
per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati
Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il
Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Commissione di studio evangelica luterana -
cattolica romana, Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta,
1972.
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