Avrei davvero preferito sbagliarmi e passare come colui che è uso a pensar male. Il 5 aprile scorso, nel quadro di una mia riflessione in ricordo delle vittime del terremoto de L'Aquila, mi ero lasciato andare ad alcune considerazioni critiche sull'imminente evento dell'"Expo 2015", paventando che tale iniziativa potesse rappresentare l'occasione per "qualcuno" di poterne trasformarne gli utili in "lingotti",
lasciando ai cittadini italiani l'onere di saldarne i debiti sino al
2090. E concludevo dicendo: "Expo 2015"? No, grazie (cf. http://sergiosbragia.blogspot.it/2014/04/cinque-anni-fa-il-terremoto-de-laquila.html).
I fatti di cronaca di questi giorni hanno, purtroppo, mostrato che i miei timori non erano infondati.
E' l'ennesima dimostrazione che la cultura eventistica non produce sviluppo, né lavoro, ma solo affarismo e corruzione. Mondiali '90, G-7, G-8 e America's cup lo hanno abbondantemente dimostrato. Sono occasioni per fare beneficenza al jet-set internazionale, a spese dei contribuenti, per iniettare una temporanea dose di droga all'economia, che passata la festa e gabbato il santo, torna inevitabilmente a ripiegarsi sui problemi di sempre, per altro aggravati.
Ritengo che sarebbe saggio prendere atto dell'inutilità e della persistente pericolosità dell'Expo. Sarebbe davvero giusto sospenderne la realizzazione e concentrare tutte le risorse e tutte le energie del paese sul LAVORO. Unico presupposto di rilancio economico.
Sergio Sbragia
Vico Equense, mercoledì 14 maggio 2014
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