giovedì 9 marzo 2017

CATTOLICI E LUTERANI: L’EVENTO GESÙ DI NÀZARETH È IL FONDAMENTO DELLA CHIESA




Proseguiamo lo studio, già avviato in un precedente contributo[1], della Dichiarazione in cammino : Chiesa, ministero ed eucarestìa[2], formulata congiuntamente dalla Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti e dalla Chiesa evangelica luterana in America, affrontando la seconda affermazione sulla quale rispetto a un profondo dissenso che ha caratterizzato i secoli passati è venuto maturando un sostanziale consenso.
Si tratta del tema n. 2 sul quale oggi:

cattolici e luterani affermano concordemente che la Chiesa nella sua manifestazione terrena è il frutto dell’evento Gesù Cristo nella sua interezza, che costituisce il suo unico fondamento.

Questo consenso prende l’avvìo dalla citazione di un testo della Prima lettera ai Corinti:

«Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?
Quando uno dice: "Io sono di Paolo", e un altro: "Io sono di Apollo", non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l'opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. Se l'opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. Ma se l'opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavìa egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1Cor. 3,1-17).

In realtà il riferimento diretto è riferito al v. 11 («Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo» : 1Cor. 3,11), ma si colloca in un contesto dove Paolo si confronta con una realtà di divisione che si era venuta generando nella comunità cristiana di Corinto. Di fronte alla contrapposizione tra quanti nella stessa comunità si riconoscevano nella sua predicazione e quanti, invece, s’identificavano in quella di Apollo, Paolo tiene a sottolineare che, tanto lui quanto Apollo, non sono altro che “servitori” attraverso la cui azione i diversi componenti della comunità di Corinto sono pervenuti alla fede. Uno ha piantato, l’altro ha irrigato, ma è solo Dio l’autore della nascita e della crescita della fede nei cristiani di Corinto. Paolo e Apollo sono solo collaboratori di Dio, quanto essi hanno costruito e costruiscono nella Chiesa ha valore, ma questa non può avere un fondamento diverso da quello autentico, cioè Gesù Cristo. Una volta assicurato e riconosciuto questo autentico fondamento, il contributo di ciascun collaboratore potrà avere il suo giusto valore («oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia… e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno»).
Questo comune riconoscimento del fondamento della Chiesa in Gesù costituisce il segno di un medesimo senso di appartenenza alla medesima realtà, pur nella diversità dei collaboratori che hanno operato nella costruzione dell’esperienza storica delle due comunioni.
Già nel documento Chiesa e giustificazione del 1993, rintracciamo la comune convinzione di luterani e cattolici che la Chiesa ha la propria origine non in un singolo gesto istitutivo di Cristo, ma nella totalità dell’evento Cristo, a partire dall’invio del Figlio da parte di Dio Padre come redentore (cf. Gal. 4,4: «Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge»), attraverso la sua nascita e manifestazione storica, la sua azione di annuncio del regno di Dio, il compimento di opere di misericordia, l’attività d’insegnamento, la condivisione dei pasti con i peccatori, la chiamata e la formazione dei discepoli, l’istituzione del pasto che fa memoria della sua morte espiatrice e soprattutto la sua morte sulla croce e la resurrezione al terzo giorno e, infine, il suo aver inviato quanti avevano scelto di seguirlo, una volta abilitati dall’effusione dello Spirito, a proclamare il Vangelo e la salvezza a tutte le nazioni[3].
Non si può non notare una grande consonanza dei temi testé richiamati da Chiesa e giustificazione con il paragrafo 4 della Costituzione conciliare sulla divina rivelazione Dei verbum:

Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio «alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. Gv 1,1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come «uomo agli uomini » (3), «parla le parole di Dio» (Gv 3,34) e porta a compimento l'opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Gv 5,36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. L'economìa cristiana dunque, in quanto è l'Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun'altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. 1 Tm 6,14 e Tt 2,13) (Dei verbum, 4).

Nel documento di dialogo formulato in àmbito tedesco nel 1984, Comunione ecclesiale nella Parola e nel sacramento si afferma con chiarezza che cattolici e luterani concordano nell’affermare che la Chiesa è:
- una comunione fondata da Gesù Cristo,
- una comunione di vita con Cristo nel suo corpo, quali credenti partecipi della sua morte e resuscitati dal battesimo e dalla cena del Signore,
- una comunione in Cristo che vive sotto la sua presenza e influenza grazie allo Spirito Santo, tramite della sua azione e funzione di unico maestro, sommo sacerdote e pastore[4].

Anche questo secondo passo compiuto nell’analisi della nostra Dichiarazione in cammino, donataci dai nostri fratelli americani pone in luce la dimensione del consenso conseguito tra le nostre due concrete esperienze di fede, vissute entro due tradizioni diverse e molto spesso vissute e percepite come contrapposte. E, invece, il riconoscimento di Gesù di Nàzareth quale fondamento primario della realtà della Chiesa costituisce un elemento di consenso di primaria rilevanza. Gesù di Nàzareth costituisce il centro d’irradiazione dell’evento Chiesa. È sul fondamento Gesù che i tanti “collaboratori” nel solco dell’esperienza romana e in quello dell’esperienza riformata hanno contribuito a costruire le due comunità.
Questo fondamento, che è Gesù di Nàzareth è l’elemento centrale e primario della realtà Chiesa, che opera in essa mediante lo Spirito Santo ed è riconosciuto sia dai luterani, sia dai cattolici, come unico maestro, come unica fonte d’insegnamento, per comprendere lo spessore della sfida che, qui e ora, siamo chiamati a raccogliere.
Ma Gesù è anche considerato congiuntamente quale sommo sacerdote, cioè come via privilegiata per rendere culto a Dio. L’elemento unificante capace di rendere possibile la sintesi dell’esperienza spirituale cristiana, nella quale solo conoscendo il Figlio si può conoscere il Padre. E, infine, luterani e cattolici vediamo in Gesù il nostro pastore, la nostra guida, che ci conosce, che è la porta della salvezza, che guarda con sollecitudine soprattutto a quanti sono in difficoltà, a quanti rimangono indietro o rischiano di perdersi.
Questi elementi che abbiamo cercato di ripercorrere, intorno a questa seconda affermazione della Dichiarazione in cammino, ci mostrano anch’essi la consistenza del cammino di avvicinamento compiuto. Sulla visione della Chiesa, luterani e cattolici, mostriamo di avere molto in comune. Certo non è tutto. Noi cattolici, per esempio, incontriamo ancora una certa difficoltà a riconoscere la comunità luterana come una Chiesa. Su questo punto credo sia necessario operare un grande sforzo di approfondimento, invocando dal Signore Gesù, la luce necessaria per riconoscerci, cattolici e luterani, come fratelli nella stessa Chiesa. Sono convinto che, proseguendo l’analisi della Dichiarazione in cammino, troveremo ulteriori e decisivi argomenti per perseverare sulla strada del dialogo.

Sergio Sbragia
Vico Equense, giovedì 9 marzo 2017


[1] - Cf. Sergio Sbragia, 500 anni dalla riforma luterana : occasione per un bilancio  di 50 anni di dialogo e per ricercare assieme la via della piena unità, Vico Equense, 2017 <http://sergiosbragia.blogspot.it/2017/03/500-anni-dalla-riforma-luterana.html>.
[2] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino : Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[3] - Commissione congiunta cattolica romana - evangelica luterana, Chiesa e giustificazione, 10-12 e 18-33.
[4] - Gruppo di lavoro bilaterale della Conferenza episcopale tedesca e della Chiesa evangelica luterana in Germania, Comunione ecclesiale nella Parola e nel sacramento, 2-4.

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