Dopo aver analizzato le dodici affermazioni di consenso sul
tema della Chiesa illustrate dalla Dichiarazione
in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1],
con la riflessione di oggi iniziamo un percorso analogo dedicato al secondo
tema di affrontato dal documento: il tema del “ministero”.
In realtà le questioni inerenti il ministero sono
riconosciute sia dai luterani che dai cattolici come temi di particolare
delicatezza, intorno alle quali si addensano alcune delle difficoltà di maggior
peso sul piano delle relazioni ecumeniche e alcuni degli ostacoli che si
frappongono lungo il faticoso cammino di costruzione della comunione. Che il
terreno del ministero rappresenti forse una delle sfide più impegnative è
riconosciuto anche dal documento sull’ecclesiologìa del 2013, La Chiesa:
verso una visione comune, della Commissione Fede e costituzione del
Consiglio ecumenico delle Chiese:
«Il dialogo ecumenico ha ripetutamente
dimostrato che le questioni riguardanti il ministero ordinato costituiscono
ostacoli pesanti nel cammino verso l’unità. Se [tali] differenze […]
impediscono l’unità piena, allora la ricerca del modo in cui superarle continua
a essere una priorità urgente per la Chiesa» (La Chiesa: verso una visione comune, 45)[2].
L’esperienza di dialogo portata avanti negli ultimi decennî
ha mostrato come molte delle differenze sussistenti tra cattolici e luterani
sugli altri due temi del documento che stiamo analizzando, quelli della Chiesa
e dell’Eucarestìa, affondano le proprie radici proprio su punti di diversa
comprensione del tema del Ministero. Di conseguenza senza conseguire progressi
significativi su questo tema, gli aspetti di consenso conseguiti sulla Chiesa e
sull’Eucarestìa non riescono a esprimere pienamente i proprî effetti sul piano
del culto e della testimonianza comune.
Ciò nonostante i dialoghi che si
sono sviluppati tra i cattolici e i luterani hanno comunque consentito di far
emergere importanti aspetti di consenso su molti argomenti inerenti al
ministero. Posizioni che solo alcuni anni fa erano considerate come rigidamente
contrapposte tra le due tradizioni, sono state rilette entro nuovi orizzonti di
comprensione, resi possibili da ricerche storiche condivise, da riesami
teologici condotti in seno a ciascuna tradizione e da una conoscenza più
accurata delle pratiche degli uni e degli altri.
Questo cammino ecumenico compiuto
ha permesso di far venire alla luce delle impensabili convergenze, sia pur
misurate e sfumate, su aspetti di fondo che possono preludere a un possibile
reciproco riconoscimento delle funzioni ministeriali. Questo percorso compiuto
da una condizione di aperta e consapevole opposizione in direzione di una prima limitata e incerta
convergenza, divenuta man mano sempre più ampia e concreta, è ampiamente
attestata dai riferimenti al tema del “ministero” presenti nei documenti di
dialogo prodotti in questi decennî.
Il
documento Ministero pastorale nella Chiesa (1981), prodotto nel corso
della seconda fase del dialogo internazionale luterano-cattolico, ha prestato
notevole attenzione ai temi del “ministero” già poste in luce, precedentemente,
nel 1972 dal Rapporto di Malta.
Le
attività di dialogo poste in atto negli Stati Uniti hanno in forma crescente
focalizzato la propria attenzione ai temi del “ministero”, da un rifermento
d'avvìo in L’eucaristìa come sacrificio (1967), a un esame approfondito
e aperto in prospettiva alla convergenza in Eucarestìa e ministero (1979).
Successivamente,
sempre in àmbito statunitense, la dichiarazione La Chiesa come koinonìa
di salvezza e, in àmbito di dialogo internazionale, il documento di studio L'apostolicità
della Chiesa, hanno, ciascuno dalla propria prospettiva d'analisi,
approfondito molte tematiche, anche di una certa delicatezza, inerenti al
“ministero”. Questi due testi, in effetti, hanno suggerito alcune modalità
attraverso le quali luterani e cattolici avrebbero potuto compiere passi
concreti in direzione di un reciproco riconoscimento del “ministero”.
La
Dichiarazione congiunta sulla dottrina delle giustificazione, solennemente condivisa da cattolici e luterani nel 1999, ha,
sua volta, conferito un nuovo slancio all'approfondimento di temi inerenti il
“ministero” che costituivano ancora elemento di divisione tra le Chiese.
A dire il vero, già
il Rapporto di Malta aveva suggerito elementi significativi su come tali
temi potevano essere positivamente affrontati:
«Il
problema del ministero ecclesiastico, della sua fondazione, della sua posizione
nella Chiesa e della sua esatta comprensione rappresenta uno dei principali
interrogativi non risolti fra luterani e cattolici. In esso si concretizza
anche il problema della posizione del Vangelo nella Chiesa e al di sopra della
Chiesa. Si tratta quindi del modo in cui la dottrina della giustificazione
incide sull’espressione del ministero»
(Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 47)[3].
Ma il nuovo clima creato dalla Dichiarazione congiunta ha
permesso di percorrere piste nuove, fino a portare nel 2010 i lavori del
dialogo locale condotto in àmbito finlandese e svedese, concentrati nel ricerca
di una risposta all’interrogativo su quale sia il posto ricoperto dalla
giustificazione nella vita delle due confessioni, a considerare il ministero
ecclesiale al servizio della giustificazione, così come attestato dal documento
Giustificazione nella vita della Chiesa.
In realtà il paragrafo conclusivo della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della
giustificazione aveva affermato con chiarezza:
«Il nostro
consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione deve avere
degli effetti e trovare un riscontro nella vita e nell’insegnamento delle
Chiese. Al riguardo permangono ancora questioni, di importanza diversa, che
esigono ulteriori chiarificazioni […] [incluso il] ministero […]. Siamo
convinti che la comprensione comune da noi raggiunta offra la base solida per
detta chiarificazione. Le Chiese luterane e la Chiesa cattolica romana si
adopereranno ad approfondire la comprensione comune esistente affinché essa
possa dare i suoi frutti nell’insegnamento e nella vita ecclesiale» (Dichiarazione congiunta sulla
dottrina della giustificazione, 43)[4].
Queste affermazioni della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione hanno,
a dire il vero, una duplice ricaduta sul nostro tema del “ministero”. La prima,
di ordine metodologico, indica l’applicabilità anche al dialogo sul ministero
del metodo del consenso differenziato, che si è rivelato positivamente
produttivo sul tema della giustificazione. La seconda consiste nell’indicazione
della sussistenza di un’intrinseca relazione tra il tema della giustificazione
e quello della giustificazione.
Quanto alla potenziale positività del metodo ecumenico del
consenso differenziato, è opportuno ricordare come essa sia stata individuata
dal rapporto del dialogo internazionale L’apostolicità
della Chiesa, che aveva additato anche alcuni modi per poterne
proficuamente farne uso. Questo documento aveva, infatti, mostrato chiaramente
la possibilità dell’estensione del metodo al campo del dialogo sul ministero,
pur nella consapevolezza del spessore specifico detenuto dal tema del
ministero, per il suo afferire sia alla sfera della pratica di fede sia a
quella dei contenuti più propriamente dottrinali. In merito il rapporto si
confrontava con chiarezza con l’interrogativo:
«Bisogna
chiedersi se un consenso differenziato non sia possibile anche nella dottrina
del ministero o ministeri».
e aveva rivolto un chiaro invito
a luterani e cattolici a prendere in considerazione il metodo del consenso
differenziato conseguito sulla dottrina della giustificazione non potesse
essere affiancato da
«un
approccio alle forme di ministero divergenti, nelle quali si scoprono tanti
elementi comuni da rendere possibile un reciproco riconoscimento dei ministeri»
(L’apostolicità
della Chiesa, 292).
Non solo. Il rapporto entra anche nel merito della
relazione intercorrente tra i temi della giustificazione e del ministero, sostenendo:
«Per la
successione apostolica, la successione nella fede è l’aspetto essenziale […] Ma
ora, la Dichiarazione congiunta sulla
dottrina della giustificazione ha accertato […] fra la Chiesa cattolica e le
Chiese luterane […] un alto grado di accordo nella fede, ossia in ciò che
costituisce il cuore della successione apostolica […]. La visione cattolica del ministero delle Chiese luterane e la visione
luterana del ministero nella Chiesa cattolica romana non possono non essere
toccate dalla Dichiarazione congiunta. Infatti anche se la preservazione
della retta dottrina non è il compito del solo ministero ordinato, è tuttavia
suo compito specifico insegnare e proclamare il Vangelo pubblicamente. La firma
della ‘Dichiarazione congiunta’ implica quindi il riconoscimento del fatto che
il ministero ordinato in entrambe le Chiese ha, con la forza dello Spirito Santo,
compiuto il suo servizio di mantenere la fedeltà
al Vangelo
apostolico riguardo alla questione centrale della fede esposta nella Dichiarazione» (L’apostolicità della
Chiesa, 288).
Fatte queste premesse, la Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[5] passa all’illustrazione degli specifici
temi di consenso che sono stati conseguiti in questi anni. L’esame prende il via
dal tema n. 13, nel quale si pone in luce come luterani e cattolici affermano
concordemente che:
«il ministero ordinato appartiene agli elementi
essenziali che esprimono il carattere apostolico della Chiesa e che esso
contribuisce anche, con il potere dello Spirito Santo, alla continua fedeltà apostolica
della Chiesa».
L’enunciazione del tema di consenso fa esplicito
riferimento agli esiti del citato rapporto L’apostolicità
della Chiesa, mostrando come l’esame globale del tema dell’apostolicità
portato avanti nel corso della 4a fase del dialogo internazionale
abbia posto in evidenza:
«gli
“elementi” che, con la forza dello Spirito Santo, contribuiscono
all’edificazione della Chiesa “sopra il fondamento degli apostoli e dei
profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,20). Fra
questi elementi vi sono: sacre Scritture, comunicazione della parola di Dio
nella proclamazione, battesimo e cena del Signore, ufficio delle chiavi,
catechesi come trasmissione della tradizione apostolica, confessioni di fede,
preghiera del Signore e dieci comandamenti» (L’apostolicità della Chiesa, 271).
Ma questi elementi, che il
medesimo documento riconosce come autentiche
«istituzioni
e promulgazioni della comunicazione della parola di Dio nella quale il
contenuto del vangelo
apostolico
si rende presente per portare la salvezza agli esseri umani»,
possono assolvere alla loro
funzione nel garantire l’apostolicità della Chiesa, solo mediante il coinvolgimento
di persone umane.
Su questa base il rapporto L’apostolicità della Chiesa sottolinea con forza che:
«Non c’è
testimonianza senza un testimone, sermone senza un predicatore, amministrazione
dei sacramenti senza un ministro, ma, d’altra parte, non c’è testimonianza e
sermone senza popolo che ascolta, celebrazione dei sacramenti senza popolo che
li riceve» (L’apostolicità
della Chiesa, 165).
Il consenso sullo stretto legame sussistente tra la
funzione del ministero e la natura apostolica della Chiesa costituisce il primo,
ma fondamentale, gradino superato nel itinerario, certamente in salita, che le
due confessioni, quella luterana e quella cattolica, stanno faticosamente, ma
produttivamente percorrendo assieme. Nei prossimi appuntamenti avremo modo di
renderci conto dello spessore teologico dei risultati conseguiti, ma anche della
lunghezza e delle difficoltà della strada che resta da fare.
Sergio Sbragia
Vico Equense, sabato 22 luglio 2017
[1] - Commissione
per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati
Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il
Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Consiglio
ecumenico delle Chiese : Commissione Fede e costituzione, La Chiesa: verso una visione comune, 45.
[3]
- Commissione
di studio evangelica luterana - cattolica romana, Il vangelo e la
Chiesa : Rapporto di Malta, 1972, 47.
[4] - Federazione
luterana mondiale - Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei
cristiani, Dichiarazione congiunta sulla dottrina della
giustificazione, 1999, 43.
[5] - Commissione
per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati
Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il
Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
Nessun commento:
Posta un commento