sabato 22 luglio 2017

CATTOLICI E LUTERANI: IN DIALOGO SUL MINISTERO


Dopo aver analizzato le dodici affermazioni di consenso sul tema della Chiesa illustrate dalla Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[1], con la riflessione di oggi iniziamo un percorso analogo dedicato al secondo tema di affrontato dal documento: il tema del “ministero”.

In realtà le questioni inerenti il ministero sono riconosciute sia dai luterani che dai cattolici come temi di particolare delicatezza, intorno alle quali si addensano alcune delle difficoltà di maggior peso sul piano delle relazioni ecumeniche e alcuni degli ostacoli che si frappongono lungo il faticoso cammino di costruzione della comunione. Che il terreno del ministero rappresenti forse una delle sfide più impegnative è riconosciuto anche dal documento sull’ecclesiologìa del 2013, La Chiesa: verso una visione comune, della Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese:

«Il dialogo ecumenico ha ripetutamente dimostrato che le questioni riguardanti il ministero ordinato costituiscono ostacoli pesanti nel cammino verso l’unità. Se [tali] differenze […] impediscono l’unità piena, allora la ricerca del modo in cui superarle continua a essere una priorità urgente per la Chiesa» (La Chiesa: verso una visione comune, 45)[2].

L’esperienza di dialogo portata avanti negli ultimi decennî ha mostrato come molte delle differenze sussistenti tra cattolici e luterani sugli altri due temi del documento che stiamo analizzando, quelli della Chiesa e dell’Eucarestìa, affondano le proprie radici proprio su punti di diversa comprensione del tema del Ministero. Di conseguenza senza conseguire progressi significativi su questo tema, gli aspetti di consenso conseguiti sulla Chiesa e sull’Eucarestìa non riescono a esprimere pienamente i proprî effetti sul piano del culto e della testimonianza comune.
Ciò nonostante i dialoghi che si sono sviluppati tra i cattolici e i luterani hanno comunque consentito di far emergere importanti aspetti di consenso su molti argomenti inerenti al ministero. Posizioni che solo alcuni anni fa erano considerate come rigidamente contrapposte tra le due tradizioni, sono state rilette entro nuovi orizzonti di comprensione, resi possibili da ricerche storiche condivise, da riesami teologici condotti in seno a ciascuna tradizione e da una conoscenza più accurata delle pratiche degli uni e degli altri.
Questo cammino ecumenico compiuto ha permesso di far venire alla luce delle impensabili convergenze, sia pur misurate e sfumate, su aspetti di fondo che possono preludere a un possibile reciproco riconoscimento delle funzioni ministeriali. Questo percorso compiuto da una condizione di aperta e consapevole opposizione in direzione di una prima limitata e incerta convergenza, divenuta man mano sempre più ampia e concreta, è ampiamente attestata dai riferimenti al tema del “ministero” presenti nei documenti di dialogo prodotti in questi decennî.
Il documento Ministero pastorale nella Chiesa (1981), prodotto nel corso della seconda fase del dialogo internazionale luterano-cattolico, ha prestato notevole attenzione ai temi del “ministero” già poste in luce, precedentemente, nel 1972 dal Rapporto di Malta.
Le attività di dialogo poste in atto negli Stati Uniti hanno in forma crescente focalizzato la propria attenzione ai temi del “ministero”, da un rifermento d'avvìo in L’eucaristìa come sacrificio (1967), a un esame approfondito e aperto in prospettiva alla convergenza in Eucarestìa e ministero (1979).
Successivamente, sempre in àmbito statunitense, la dichiarazione La Chiesa come koinonìa di salvezza e, in àmbito di dialogo internazionale, il documento di studio L'apostolicità della Chiesa, hanno, ciascuno dalla propria prospettiva d'analisi, approfondito molte tematiche, anche di una certa delicatezza, inerenti al “ministero”. Questi due testi, in effetti, hanno suggerito alcune modalità attraverso le quali luterani e cattolici avrebbero potuto compiere passi concreti in direzione di un reciproco riconoscimento del “ministero”.
La Dichiarazione congiunta sulla dottrina delle giustificazione, solennemente condivisa da cattolici e luterani nel 1999, ha, sua volta, conferito un nuovo slancio all'approfondimento di temi inerenti il “ministero” che costituivano ancora elemento di divisione tra le Chiese.
 A dire il vero, già il Rapporto di Malta aveva suggerito elementi significativi su come tali temi potevano essere positivamente affrontati:

«Il problema del ministero ecclesiastico, della sua fondazione, della sua posizione nella Chiesa e della sua esatta comprensione rappresenta uno dei principali interrogativi non risolti fra luterani e cattolici. In esso si concretizza anche il problema della posizione del Vangelo nella Chiesa e al di sopra della Chiesa. Si tratta quindi del modo in cui la dottrina della giustificazione incide sull’espressione del ministero» (Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 47)[3].

Ma il nuovo clima creato dalla Dichiarazione congiunta ha permesso di percorrere piste nuove, fino a portare nel 2010 i lavori del dialogo locale condotto in àmbito finlandese e svedese, concentrati nel ricerca di una risposta all’interrogativo su quale sia il posto ricoperto dalla giustificazione nella vita delle due confessioni, a considerare il ministero ecclesiale al servizio della giustificazione, così come attestato dal documento Giustificazione nella vita della Chiesa.
In realtà il paragrafo conclusivo della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione aveva affermato con chiarezza:

«Il nostro consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione deve avere degli effetti e trovare un riscontro nella vita e nell’insegnamento delle Chiese. Al riguardo permangono ancora questioni, di importanza diversa, che esigono ulteriori chiarificazioni […] [incluso il] ministero […]. Siamo convinti che la comprensione comune da noi raggiunta offra la base solida per detta chiarificazione. Le Chiese luterane e la Chiesa cattolica romana si adopereranno ad approfondire la comprensione comune esistente affinché essa possa dare i suoi frutti nell’insegnamento e nella vita ecclesiale» (Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, 43)[4].

Queste affermazioni della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione hanno, a dire il vero, una duplice ricaduta sul nostro tema del “ministero”. La prima, di ordine metodologico, indica l’applicabilità anche al dialogo sul ministero del metodo del consenso differenziato, che si è rivelato positivamente produttivo sul tema della giustificazione. La seconda consiste nell’indicazione della sussistenza di un’intrinseca relazione tra il tema della giustificazione e quello della giustificazione.
Quanto alla potenziale positività del metodo ecumenico del consenso differenziato, è opportuno ricordare come essa sia stata individuata dal rapporto del dialogo internazionale L’apostolicità della Chiesa, che aveva additato anche alcuni modi per poterne proficuamente farne uso. Questo documento aveva, infatti, mostrato chiaramente la possibilità dell’estensione del metodo al campo del dialogo sul ministero, pur nella consapevolezza del spessore specifico detenuto dal tema del ministero, per il suo afferire sia alla sfera della pratica di fede sia a quella dei contenuti più propriamente dottrinali. In merito il rapporto si confrontava con chiarezza con l’interrogativo:

«Bisogna chiedersi se un consenso differenziato non sia possibile anche nella dottrina del ministero o ministeri».

e aveva rivolto un chiaro invito a luterani e cattolici a prendere in considerazione il metodo del consenso differenziato conseguito sulla dottrina della giustificazione non potesse essere affiancato da

«un approccio alle forme di ministero divergenti, nelle quali si scoprono tanti elementi comuni da rendere possibile un reciproco riconoscimento dei ministeri» (L’apostolicità della Chiesa, 292).

Non solo. Il rapporto entra anche nel merito della relazione intercorrente tra i temi della giustificazione e del ministero, sostenendo:

«Per la successione apostolica, la successione nella fede è l’aspetto essenziale […] Ma ora, la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione ha accertato […] fra la Chiesa cattolica e le Chiese luterane […] un alto grado di accordo nella fede, ossia in ciò che costituisce il cuore della successione apostolica […]. La visione cattolica del ministero delle Chiese luterane e la visione luterana del ministero nella Chiesa cattolica romana non possono non essere toccate dalla Dichiarazione congiunta. Infatti anche se la preservazione della retta dottrina non è il compito del solo ministero ordinato, è tuttavia suo compito specifico insegnare e proclamare il Vangelo pubblicamente. La firma della ‘Dichiarazione congiunta’ implica quindi il riconoscimento del fatto che il ministero ordinato in entrambe le Chiese ha, con la forza dello Spirito Santo, compiuto il suo servizio di mantenere la fedeltà
al Vangelo apostolico riguardo alla questione centrale della fede esposta nella Dichiarazione» (L’apostolicità della Chiesa, 288).

Fatte queste premesse, la Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa[5] passa all’illustrazione degli specifici temi di consenso che sono stati conseguiti in questi anni. L’esame prende il via dal tema n. 13, nel quale si pone in luce come luterani e cattolici affermano concordemente che:

«il ministero ordinato appartiene agli elementi essenziali che esprimono il carattere apostolico della Chiesa e che esso contribuisce anche, con il potere dello Spirito Santo, alla continua fedeltà apostolica della Chiesa».

L’enunciazione del tema di consenso fa esplicito riferimento agli esiti del citato rapporto L’apostolicità della Chiesa, mostrando come l’esame globale del tema dell’apostolicità portato avanti nel corso della 4a fase del dialogo internazionale abbia posto in evidenza:

«gli “elementi” che, con la forza dello Spirito Santo, contribuiscono all’edificazione della Chiesa “sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,20). Fra questi elementi vi sono: sacre Scritture, comunicazione della parola di Dio nella proclamazione, battesimo e cena del Signore, ufficio delle chiavi, catechesi come trasmissione della tradizione apostolica, confessioni di fede, preghiera del Signore e dieci comandamenti» (L’apostolicità della Chiesa, 271).

Ma questi elementi, che il medesimo documento riconosce come autentiche

«istituzioni e promulgazioni della comunicazione della parola di Dio nella quale il contenuto del vangelo
apostolico si rende presente per portare la salvezza agli esseri umani»,

possono assolvere alla loro funzione nel garantire l’apostolicità della Chiesa, solo mediante il coinvolgimento di persone umane.
Su questa base il rapporto L’apostolicità della Chiesa sottolinea con forza che:

«Non c’è testimonianza senza un testimone, sermone senza un predicatore, amministrazione dei sacramenti senza un ministro, ma, d’altra parte, non c’è testimonianza e sermone senza popolo che ascolta, celebrazione dei sacramenti senza popolo che li riceve» (L’apostolicità della Chiesa, 165).

Il consenso sullo stretto legame sussistente tra la funzione del ministero e la natura apostolica della Chiesa costituisce il primo, ma fondamentale, gradino superato nel itinerario, certamente in salita, che le due confessioni, quella luterana e quella cattolica, stanno faticosamente, ma produttivamente percorrendo assieme. Nei prossimi appuntamenti avremo modo di renderci conto dello spessore teologico dei risultati conseguiti, ma anche della lunghezza e delle difficoltà della strada che resta da fare.

Sergio Sbragia
Vico Equense, sabato 22 luglio 2017


[1] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.
[2] - Consiglio ecumenico delle Chiese : Commissione Fede e costituzione, La Chiesa: verso una visione comune, 45.
[3] -  Commissione di studio evangelica luterana - cattolica romana, Il vangelo e la Chiesa : Rapporto di Malta, 1972, 47.
[4] - Federazione luterana mondiale - Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, 1999, 43.
[5] - Commissione per le questioni ecumeniche della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti - Chiesa evangelica luterana in America, Dichiarazione in cammino: Chiesa, ministero ed eucarestìa. - in «Il Regno : attualità e documenti», 61° (2016) 13, 409-456.

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