In queste settimane stiamo assistendo in Europa orientale a una preoccupantissima escalation di contrapposte operazioni di affilamento delle armi. Russia e Stati Uniti stanno mostrandosi reciprocamente i muscoli, mobilitando le rispettive forze militari. L’esperienza storica ci mostra come molto spesso dalle minacce si sia scivolati in tragiche vicende belliche pagate duramente dai popoli.
Sono poi
decisamente sorpreso dalla scarsa attenzione data al problema. Nella
comunicazione mediatica, per esempio, le notizie sulla crisi ucraina appaiono
decisamente in secondo piano. Nei telegiornali di questi giorni sono
addirittura posposte alle informative relative al Festival di Sanremo. Ma, al
di là del comportamento dei mass-media, mi sembra di percepire anche in noi
cittadini una sostanziale sottovalutazione del problema, una diffusa
convinzione che alla fin fine non avverrà nulla di tragico. Anch’io
naturalmente mi auguro che non si giunga all’irreparabile, ma credo che sia opportuno
evitare di non riconoscere la pericolosità dello sbandieramento delle armi. In
questi giorni sono importantissime parole e azioni di pace. Alla logica della
prepotenza va sostituita la logica della solidarietà e della collaborazione.
Noi
cittadini dobbiamo far sentire la nostra voce, per far prendere fiato a venti
di pace, che siano capaci di spazzare i venti di guerra che soffiano in questi
giorni. Mi auguro che sia possibile quanto prima scendere in pazza per
affermare la voglia di pace dell’umanità intera. Sarei felice di vedere le
strade delle città del mondo intero divenire teatro di un arcobaleno di
manifestazioni per la pace.
La volontà
pacifica dei popoli faccia tacere le minacce dei potenti.
Nessun commento:
Posta un commento