Nel 1962 probabilmente fu vissuto
il momento più drammatico del periodo della guerra fredda. Le relazioni tra USA
e URSS raggiunsero un grado di altissima tensione, in ragione della funzione
politica svolta dall’isola di Cuba nell’area caraibica e degli equilibri militari
determinatosi in Europa, con, da un lato, il fallimento del tentativo
statunitense d’invasione di Cuba alla Baia dei Porci (1961) e il dispiegamento
in Europa (anche in Italia) di missili balistici in funzione antisovietica, e,
dall’altro, la decisione russa di insediare nell’isola allora governata da
Fidel Castro analoghi missili balistici in funzione antiamericana.
L’Unione sovietica mise in mare
un convoglio navale con i missili destinati a Cuba, gli Stati Uniti
predisposero al largo dell’isola un blocco navale. Il mondo allora visse giorni
di altissima tensione, temendo che le due potenze potessero arrivare allo
scontro diretto. Echeggiò in quei giorni un grande appello alla pace di papa
Giovanni XXIII. Dopo giorni di grande paura giunse la notizia che le navi russe
non avrebbero tentato di forzare il blocco navale. Si aprì così lo spazio al
negoziato e fu possibile superare quel duro momento.
I potenti di allora, anch'essi uomini di
potere, seppero però avere la saggezza e la sapienza necessarie per non
compiere scelte irreparabili. Quelle allora compiute non furono scelte di
debolezza o di vigliaccheria, ma espressero la forza e l’autorevolezza della
politica con la “P” maiuscola che sa farsi carico delle esigenze dell’umanità e
del mondo. Ancora oggi siamo grati a quegli uomini, che allora ebbero il
coraggio di fermarsi in tempo.
Di fronte alla tragedia che si sta consumando in Ucraina, dobbiamo chiedere con forza che si facciano tacere le armi, si smetta di gonfiare i muscoli, e si dispieghi pienamente la capacità negoziale della politica di grande respiro. Dopo il secondo conflitto mondiale l’opzione militare si è ripetutamente dimostrata non solo disastrosa, ma anche inconcludente. Quasi tutti i conflitti che si sono registrati da allora, hanno provocato lutti e dolori, ma quasi mai hanno raggiunto gli obiettivi per i quali sono stati posti in essere. Impariamo da Chruščёv e da Kennedy!
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