1. La
Classificazione decimale Dewey.
La
biblioteconomia, scienza che studia i principî ermeneutici, metodologici e
organizzativi, delle attività e dei servizî bibliotecarî, comprende tra i suoi
principali campi di lavoro quello dell’indicizzazione classificata della
produzione editoriale. Quest’ultima è un’attività che punta a individuare
criterî oggettivi e condivisi per classificare tutti i più diversificati campi della
conoscenza umana. Uno degli strumenti professionali più autorevoli e diffusi
che, ormai nelle biblioteche di tutto il mondo, aiutano i bibliotecarî nel loro
compito d’indicizzazione classificata delle opere è la Classificazione decimale
Dewey, che prende la sua denominazione dal nome del suo inventore (il
bibliotecario statunitense Melvil Dewey) e dall’aver assunto quale principio
base della classificazione il sistema di numerazione decimale.
Il punto
di partenza della Classificazione decimale Dewey è costituito dalla suddivisione
dell’intero scibile della conoscenza umana in dieci classi principali, tante
quante sono le cifre del sistema decimale (da 0 a 9), a ciascuna delle quali
viene assegnata una notazione numerica di tre cifre, dove assume vero
significato di distinzione solo la prima. In base a questo criterio la conoscenza
umana viene a essere classificata secondo uno schema così articolato:
000 – Generalità (Informatica,
informazione e opere generali)
100 – Filosofia e psicologia
200 – Religione
300 – Scienze sociali
400 – Linguaggio
500 – Scienza
600 – Tecnologia
700 – Arti e attività
ricreative
800 – Letteratura
900 – Storia e geografia
Ciascuna
di queste articolazioni, denominate classi principali, è contrassegnata da un
codice numerico di tre cifre (notazione), può a sua volta essere ripartita in
dieci suddivisioni. Per esempio, la classe principale “500 – Scienza” prevede
le seguenti 10 suddivisioni:
500 – Scienza
500 – Scienza (principî generali)
510 – Matematica
520 – Astronomia
530 – Fisica
540 – Chimica e scienze connesse
550 – Scienze della Terra e geologia
560 – Fossili e vita preistorica
570 – Biologia
580 – Piante (Botanica)
590 – Animali (Zoologia)
A sua
volta, ciascuna di queste suddivisioni, risulta suddivisa in dieci “classi semplici”,
che individuano le branche principali della disciplina. Per esempio la
suddivisione “530 – Fisica”, si ripartisce in 10 classi semplici:
530 – Fisica
530 – Fisica (principî generali)
531 – Meccanica classica
532 – Meccanica dei fluidi
533 – Meccanica dei gas
534 – Suono e oscillazioni connesse
535 – Luce e radiazioni affini
536 – Calore
537 – Elettricità ed elettronica
538 – Magnetismo
539 – Fisica moderna
Grazie
alla suddivisibilità, garantita dal principio della numerazione decimale, anche
ciascuna di queste classi semplici può essere suddivisa in 10 sottoclassi. Così
“539 – Fisica moderna”, è stata sinora articolata in:
539 – Fisica moderna
539.01 – Filosofia e teoria
539.1 – Struttura
della materia
539.2 – Radiazioni (Energia radiante)
539.6 – Fisica molecolare
539.7 – Fisica atomica e nucleare
Delle
possibili 10 articolazioni numeriche, alcune risultano non utilizzate (539.2,
539.3, 539.4, 539.5, 539.8, e 539.9). Potranno essere assegnate in ragioni di
sviluppi successivi della disciplina. Invece la notazione 539.0, ordinariamente
riferita a principî generali, prevede una suddivisione subordinata (539.01),
dedicata alla Filosofia e teoria della Fisica moderna.
Ma non
finisce qui: anche queste sotto-ripartizioni, sono a loro volta suddivisibili
per dieci, in un processo che può continuare in maniera indefinita.
“539.1 – Struttura della materia” è stato sinora così
ripartito:
539.1 – Struttura della
materia
539.12 – Struttura molecolare
539.14 – Struttura atomica
Questa
caratteristica di divisibilità all’infinito, posseduta dallo strumento della
Classificazione decimale Dewey, la rende particolarmente flessibile a poter ricomprendere
agevolmente al proprio interno le nuove acquisizioni che man mano in ogni campo
della conoscenza si vengono a determinare, sia in termini di approfondimenti,
di specializzazioni, sia di affermazione di nuove discipline. Una flessibilità
che si è dimostrata reale nei fatti, tenendo conto che la Classificazione decimale
Dewey è nata nella seconda metà del 19°, in area statunitense di cultura
protestante e oggi è diffusa un po’ in tutto il mondo. In questo processo
plurisecolare di diffusione e affermazione, la Classificazione decimale Dewey è
riuscita a integrare nella propria struttura tante discipline, argomenti e
temi, originariamente non previsti, senza deformare la struttura originaria
della propria impostazione. Ciò tuttavia non ha impedito che nel corso della
sua storia siano stati operati degli interventi strutturali di modifica che
hanno richiesto significative dislocazioni di discipline e argomenti.
2. Il
caso della Religione.
Uno dei
campi che ha richiesto, sta richiedendo e in futuro richiederà interventi
significativi di adeguamento strutturale è quello della Religione, al quale
dalla Classificazione è assegnata la notazione di Classe principale 200, che
prevede la seguente articolazione:
200 – Religione
200 – Religione (Aspetti specifici della religione,
religioni comparate)
210 – Filosofia e teoria della religione
220 – Bibbia
230 – Cristianesimo e teologia cristiana
240 – Morale cristiana e teologia devozionale
250 – Chiesa cristiana locale e ordini religiosi
cristiani
260 – Teologia sociale ed ecclesiastica cristiana
270 – Storia, geografia, biografia del
cristianesimo
280 – Denominazioni e sette della chiesa cristiana
290 – Altre religioni
Come si
può vedere delle 100 classi semplici, che compongono la classe principale “Religione”,
ben 60 sono dedicate al Cristianesimo (230-289), alle quali in qualche maniera
vanno almeno in parte attribuite le dieci classi semplici dedicate alla Bibbia
(220-229), sia pur queste ultime in parte condivise con l’Ebraismo. Questa
articolazione molto sbilanciata in direzione del Cristianesimo [anche se già
consistentemente ridotta negli ultimi decennî nelle più recenti edizioni della Classificazione]
trova la sua ragione nel fatto che la Classificazione decimale Dewey è nata in
un ambiente sociale, quale quello statunitense della seconda metà del 19°
secolo, dove per Religione s’intendeva quasi esclusivamente il Cristianesimo,
anzi, a esser precisi, il Cristianesimo di tradizione riformata. A dir la
verità, tuttavia, occorre dire che nel corso delle varie edizioni evolutive
(oggi siamo alla 23a), la Classificazione decimale Dewey ha inserito
nella propria struttura elementi del Cristianesimo afferenti da tradizioni
diverse da quella riformata (in particolare quella cattolica e quelle
orientali). Non solo! Nelle ultime edizioni è stata inoltre portata a termine
una consistente riduzione del numero delle classi semplici dedicate al
Cristianesimo, diminuite di 20 (nella 20a edizione erano 80, oggi,
alla 23a edizione, sono 60). Ciò non toglie che oggi è rilevabile un
innegabile squilibrio tra le 60 classi semplici dedicate al Cristianesimo e la
sola classe semplice dedicata ad altre religioni di notevole rilievo, quali l’Ebraismo
(296), l’Islamismo (297, in condivisione con la religione Bahai), ma anche
rispetto alle sotto-ripartizioni dedicate all’Induismo (294.5) e al Buddismo
(294.3). E questo per non parlare dello spazio ancora minore assegnato ad altre
tradizioni religiose.
È vero che
la struttura decimale della Classificazione Dewey permette in ogni caso di
poter accogliere al suo interno pienamente tutta la ricchezza di aspetti offerta
da ciascuna religione. Basta solo aggiungere ulteriori suddivisioni,
realizzabili mediante l’aggiunta di cifre decimali. È questa la ricchezza e la
potenzialità inesauribile della Dewey. È innegabile, tuttavia, che lo
sbilanciamento ponderale a favore del Cristianesimo appare quanto mai
incomprensibile in un’epoca quale quella odierna, caratterizzata da processi di
universalizzazione dei rapporti e della comunicazione, di mondializzazione
della catalogazione in linea, di estensione dell’uso stesso della Classificazione
decimale Dewey non più limitata all’area euro-americana, ma sempre più oggetto
d’interesse e uso diffuso da parte dei paesi orientali, del mondo
arabo-islamico, e del continente africano.
Ma al di
là delle cogenti esigenze di assicurare nelle biblioteche la pari considerazione
culturale per ogni esperienza religiosa, va anche detto che l’attuale
situazione di differente collocazione dei temi religiosi sul piano del livello
gerarchico di notazione dei temi di ogni religione, pone dei limiti alle
capacità di ricerca on-line di ricerche comparate relative allo stesso
soggetto, ma riferito a religioni diverse. Per esempio, una ricerca comparata
riguardante temi di “teologia sociale” riferiti a più tradizioni religiose,
deve fare i conti con notazioni notevolmente sbilanciate, a seconda della
religione considerata (261 per il Cristianesimo, 294.517 per l’Induismo,
294,337 per il Buddismo, 296.38 per l’Ebraismo, 297.27 per l’Islamismo).
Una
riarticolazione complessiva dell’intera classe 200 “Religione” è di certo
impresa che fa tremare i polsi, se si tien conto che la Classificazione
decimale Dewey è, per sua motivazione d’origine, legata alla collocazione
fisica dei volumi. Di conseguenza una massiccia riorganizzazione profondamente
innovativa della classe comporterà notevolissime conseguenze di carattere
organizzativo sulla distribuzione delle raccolte nelle biblioteche, tenuto
conto che la 200 è una delle classi che presenta una maggiore incidenza
quantitativa nelle raccolte delle biblioteche. Ciò nonostante ritengo che sarà
questione di tempo, ma sarà necessario metter mano all’impresa.
3. Una
proposta di cambiamento.
Da alcuni anni comunque la redazione internazionale della Classificazione decimale Dewey sta studiando la possibilità di una completa ristrutturazione della Classe 200. Al momento è stato proposto uno schema completamente rinnovato, che si propone di presentare un approccio universale alla materia, nel quale le singole religioni rivestono ciascuna la stessa rilevanza e sono ordinate secondo l’epoca della loro origine storica. Quest’idea è stata tradotta in una possibile tabella di diversa organizzazione, dove all’intera Classe 200 viene assegnata una disposizione alternativa, questa, pur lasciando invariate le singole notazioni, rispecchia un ordine cronologico e regionale delle religioni:
Religioni preistoriche 201.42
Religioni originarie dell'Asia orientale e
sudorientale 299.5
Religioni
di origine cinese 299.51
Taoismo 299.514
Confucianesimo 299.512
Religioni
di origine tibetana 299.54
Religioni
di origine giapponese e ryukyuana 299.56
Scintoismo 299.561
Religioni
di origine coreana 299.57
Religioni
di origine burmese 299.58
Religioni
di varia origine asiatica sudorientale 299.59
Religioni di origine indiana 294
Induismo 294.5
Giainismo 294.4
Buddismo 294.3
Sikhismo 294.6
Religioni dell'antichità 200.93
Religione
celtica 299.16
Religione
classica (Religione greca e romana) 292
Religione
germanica 293
Religioni iraniane/persiane 299.15
Zoroastrismo
(Mazdaismo, Parsismo) 295
Religioni slave 299.17-299.18
Religioni
baltiche e altre religioni indoeuropee 299.19
Religioni semitiche 299.2
Religioni dell'Egitto antico 299.31
Religione basca 299.9292
Religioni elamitiche 299.9293
Religione etrusca 299.9294
Religioni sumere 299.9295
Religioni caucasiche 299.9296
Gnosticismo 299.932
Religioni originate tra gli africani neri e
tra discendenti da africani neri 299.6
Religioni di origine indigena nordamericana e
sudamericana 299.7-299.8
Religioni di origine indigena nordamericana 299.7
Religioni di origine indigena sudamericana 299.8
Religioni di origine papua, australiana,
maleopolinesiana e di etnie correlate 299.92
Religioni papua 299.9212
Religioni degli aborigeni australiani 299.9215
Religioni maleopolinesiane e religioni
correlate 299.922
Religioni malgasce 299.923
Religioni polinesiane 299.924
Religioni melanesiane 299.925
Bibbia 220
Ebraismo 296
Cristianesimo 230-280
Islamismo 297
Babismo e fede bahai 297.9
Movimenti spirituali moderni 299.93
Subud 299.933
Teosofia 299.934
Antroposofia 299.935
Scientologia 299.936
Paganesimo
moderno, neopaganesimo, wicca 299.94
Questa è
naturalmente un’ipotesi di lavoro in discussione, che segue un criterio d’articolazione
non ispirato alla contiguità storico-sociale delle esperienze religiose, ma a
elementi di natura storica a respiro universale.
Ciò può,
a mio avviso, costituire un’interessante pista di lavoro per le biblioteche d’ispirazione
religiosa, soprattutto per quelle particolarmente attente ai temi del dialogo
interreligioso. Mi rendo conto che una presentazione alternativa della classe,
può comportare problemi organizzativi di grossa dimensione soprattutto per
quelle biblioteche dotate d’ingenti patrimonî. Tuttavia sarebbe utile pensare a
medio termine sull’opportunità di allestire delle sale di consultazione
dedicate al dialogo interreligioso, nelle quali adottare una collocazione a
scaffale aperto che segua questo nuovo ordinamento, anziché quello
tradizionalmente proposto dalla Classificazione decimale Dewey.
Questa strada
potrebbe essere invece presa in carico sin da sùbito dalle biblioteche di nuova
costituzione, in particolare da quelle che dovessero essere espressione di
istituzioni direttamente impegnate nel dialogo interreligioso e interculturale.
Vico Equense, domenica 1° febbraio 2015
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