domenica 4 ottobre 2015

Una bellissima mattinata dell'Associazione italiana biblioteche a discutere di "Formazione continua e paradigma delle competenze: verso nuove partnership"

Una bellissima mattinata dell'Associazione italiana biblioteche a discutere di "Formazione continua e paradigma delle competenze: verso nuove partnership"


Nella mattinata di venerdì scorso 2 ottobre, ho avuto il piacere di trascorrere una bellissima mattinata di lavoro nell'incontro promosso dall'Associazione italiana biblioteche, nell'incantevole cornice della Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, al Maschio angiono a Napoli. Un incontro dedicato a un approfondimento sul ruolo e le prospettive della professione bibliotecaria.
Nel corso dell'incontro ho avuto l'opportunità e il piacere di fare un intervento, pronunciato a braccio, di cui mi fa piacere ricostruire i contenuti sulla base degli appunti predisposti in precedenza e del ricordo di quanto detto:

«L’incontro di oggi costituisce senza dubbio un’occasione preziosa di approfondimento comune su un tema che ci vede coinvolti nel quotidiano impegno di promozione e valorizzazione delle biblioteche e dei loro servizi al pubblico. Un impegno che spesso e in tante occasioni ci vede fianco a fianco nel mettere in luce le ricchezze delle raccolte dei nostri istituti bibliotecari e nel ricercare le vie più adeguate per favorirne lo sviluppo, all’interno di un contesto, quello della società della comunicazione, che vive nella nostra epoca una condizione permanente di evoluzione tecnologica, ma anche culturale.
Il tentativo di fare il punto sull’impegno di promozione e valorizzazione delle biblioteche, non può prescindere da una riflessione intorno alla rilevanza e al significato della professionalità di quanti nelle biblioteche quotidianamente lavorano. Infatti, se è certamente importante porre in evidenza, la ricchezza culturale del patrimonio posseduto dalle biblioteche, le caratteristiche delle loro sedi, la loro distribuzione territoriale, non meno importante è prestare attenzione al fattore che materialmente veicola le potenzialità dei nostri istituti e li pone a disposizione del pubblico. Un fattore, quello della professionalità degli addetti, che permette alle biblioteche, di essere organismi vivi, attraverso la loro cura e ordinamento, la catalogazione delle raccolte, lo svolgimento delle molteplici modalità di servizio al pubblico, la progettazione dello sviluppo della raccolta. E questo solo per citare in via esemplificativa qualche aspetto. Senza la mediazione di chi materialmente in biblioteca opera professionalmente, le biblioteche sarebbero solo contenitori chiusi, incapaci di dare il proprio contributo di servizio culturale alla comunità civile. E questo spesso, purtroppo, siamo costretti a registrarlo.
Ma la mediazione professionale, non solo è un aspetto necessario di funzionalità, riveste altresì anche il ruolo di momento imprescindibile per garantire ai servizi bibliotecari di stare al passo con i tempi, che, come prima accennato, propongono innovazione a ritmi sempre più serrati. E allora solo una professionalità, non statica e acquisita una volta per tutte, ma con attenzione e diligenza curata e aggiornata ai nuovi paradigmi di servizio che man mano si affermano, costituisce una delle migliori garanzie affinché le nostre biblioteche possano offrire un servizio moderno e aggiornato.
La collaborazione sperimentata in questi anni ha permesso di verificare la cura e l’attenzione che la vostra Associazione dedica con costanza e serietà a garantire ai professionisti delle biblioteche opportunità di aggiornamento e approfondimento della professionalità, in linea con le evoluzioni tecnologiche, e con uno status culturale di alto livello, in aderenza alla nuova normativa prevista per le professioni non regolamentate e al quadro delineato in rapporto alla figura del bibliotecario con l’introduzione dell’apposita norma UNI.
La valorizzazione della professionalità bibliotecaria costituisce pertanto un aspetto decisivo su cui si gioca davvero il futuro delle nostre biblioteche. Un passo decisivo, che può per altro costituire anche un elemento su cui far leva, in questa fase delicata che vede determinarsi alcune innovazioni istituzionali che incideranno notevolmente sulla struttura dei servizi bibliotecari nella nostra realtà.
Mi riferisco, in particolare, a due questioni molto rilevanti. In primo luogo alla sorte delle biblioteche rientranti nella titolarità delle amministrazioni provinciali, il cui futuro non è facile determinare nel quadro dell’evoluzione istituzionale che vede il superamento delle province. Ciò avrà necessariamente delle ricadute sulla funzionalità delle biblioteche e sulla loro organizzazione. In Campania tale processo riguarda in modo particolare tre delle biblioteche di maggiore rilevanza culturale e patrimoniale. Il poter contare, in questa fase delicata di trasformazione, su equipe operative in loco di elevato livello professionale, costituisce una garanzia affinché la ricchezza culturale degli istituti interessati non abbia a soffrire pesantemente.
La seconda questione, che appare necessario definire, fa riferimento alle conseguenze indotte per le attività di tutela dei beni librari dall’introduzione delle norme a ciò dedicate dalla recente legge n. 125 del 2015, approvata recentemente dal Parlamento. In forza della nuova normativa la delega conferita negli anni ‘70 alle regioni di curare la materia della tutela dei beni librari è in via di riassorbimento alla competenza ministeriale. Si tratta di una materia delicata, su cui attualmente è in corso un confronto approfondito tra il Ministero e il Comitato interregionale dei beni culturali per gestire le modalità della fase di transizione necessaria per il materiale trasferimento delle competenze.
In questo quadro resta anche da valutare l’opportunità, prevista dalla nuova normativa, di poter conservare in capo alle regioni che lo richiedano, la competenza riferita alla tutela dei beni librari, sulla base della sottoscrizione di appositi accordi a ciò finalizzati. Anche quest’ipotesi comunque ridimensiona, con le ovvie conseguenze, il ruolo regionale sulla tutela, in quanto un conto è l’esercizio di una funzione in forza di una disposizione legislativa, altra cosa è lo svolgimento di un’attività sulla base di un accordo interistituzionale, che per sua natura ha carattere temporaneo, essendo soggetto all’esigenza di procedere a periodici rinnovi.
Anche su quest’aspetto risulta essenziale poter contare su professionalità autentiche, capaci di assicurare piena e aggiornata competenza sui beni a cui assicurare tutela.
Ma non è finita qui. L’evoluzione che la comunità scientifica internazionale del settore di nostro interesse è venuta maturando sul piano della catalogazione e della sua evoluzione, nel quadro delle potenzialità offerte dal nuovo contesto del cosiddetto web semantico, pone a tutta la comunità bibliotecaria una sfida, che ci chiama a rendere i nostri strumenti catalografici in grado d’interagire con tutti gli altri comparti dei beni culturali e le altre tipologie di istituzioni della memoria, anche attraverso un’atomizzazione delle notizie bibliografiche e semantiche, onde favorire la loro collegabilità e la loro usabilità web. È questo l’itinerario a cui siamo chiamati dalle acquisizioni delle Resource Description and Access (RDA) e dei Linked Open Data, che voi ben conoscete. Un tale scenario non può prescindere ovviamente da un elevato standard di professionalità in campo.
Questo è anche imposto dalle prospettive di sviluppo e crescita dei servizi di catalogazione oggi presenti nel nostro paese. Questo aspetto è stato ampiamente presente nei lavori dell’Assemblea nazionale dei Poli SBN, che si è svolta nello scorso giugno. In tale occasione sono emerse con forza sia l’esigenza, prima richiamata, di raccogliere la sfida del web semantico, sia la necessità di promuovere all’interno di SBN una cultura di condivisione dei servizi all’utenza. Questo, senza dimenticare, la necessità per quanto riguarda la nostra realtà regionale, di recuperare un pesante ritardo sul piano della catalogazione in rete del patrimonio posseduto dalle nostre biblioteche. Negli ultimi anni un consistente recupero è stato concretamente portato a termine, ma non bisogna dimenticare che attualmente la copertura bibliografica conseguita, in termini di catalogazione in rete, nella nostra regione è stimabile intorno al 25% rispetto al posseduto. Quindi ci aspetta ancora un cammino impegnativo.
Bisogna poi essere consapevoli in pieno che sotto la denominazione di “biblioteca” sono di fatto comprese realtà dalle caratteristiche molto differenziate. Si va dalle biblioteche pubbliche di ente locale, alle biblioteche universitarie, alle scolastiche, alle biblioteche espressione di istituzioni culturali di notevole rilevanza, alle biblioteche di ispirazione religiosa, a quelle manifestazione di variegate, molteplici e sempre nuove realtà maturate nella società civile.
Questa ricca molteplicità di manifestazioni dell’istituto biblioteca, richiede ai professionisti che materialmente vi operano, un grande capacità, che non può essere frutto dell’improvvisazione, di sapersi immedesimare nella mission specifica dell’istituto in cui si opera e quindi una propensione a saper leggere professionalmente quanto chiesto in termini di competenze, capacità e conoscenze professionali e culturali dall’identità (a volte unica) della propria biblioteca. Qui procedo un po’ per esempi, indicando caso per caso degli elementi di priorità che non escludono naturalmente per ciascuna biblioteca la necessaria messa in campo di tutta la professionalità bibliotecaria in quanto tale. In una biblioteca pubblica sarà il caso di disporre di un’ampia e non generica conoscenza del territorio e della realtà sociale circostante e di una capacità di sapersi relazionare con essa. In un istituto universitario sarà importante puntare l’accento sull’offerta di servizi di assistenza alla ricerca documentale e di information literacy. In una biblioteca scolastica sarà indispensabile disporre della necessaria conoscenza degli aspetti legati all’età evolutiva, calibrata sul grado dell’istituzione scolastica in cui si è inseriti. In una biblioteca di un’istituzione culturale è indispensabile essere pienamente coinvolti nel clima culturale dell’attività svolta dall’istituto di riferimento e disporre di una profonda conoscenza del mondo a cui tale istituzione si rivolge. In una biblioteca espressione di una confessione religiosa, si rivela molto spesso necessaria una grande competenza nel trattamento, nella conservazione e nella catalogazione del libro antico, ma in ogni caso è indispensabile saper interpretare positivamente la funzione concreta della biblioteca all’interno dell’esperienza di vita religiosa dell’istituzione titolare. Per una biblioteca espressione di un segmento significativo della vita della società civile, bisogna saper mettere in campo una capacità di rendere utili e pubblicamente fruibili e valorizzabili le ricchezze della raccolta posseduta. Per maggiore chiarezza posso fare l’esempio di un certo numero di biblioteche, che sono venute formandosi in questi anni, legate alla realtà dello sport. In un caso del genere le opzioni sono due: limitarsi a custodire e ordinare una raccolta di materiale librario e documentario sedimentatosi nel tempo (che è già un fatto), oppure impegnarsi nella scommessa di rendere appetibile quei materiali per quanti operano o sono interessati al realtà dello sport. Qui la differenza può contribuire a farla la professionalità bibliotecaria. Ho fatto l’esempio dello sport, ma il discorso è valido per ogni ambito della vita civile, sociale e culturale.
Ho inteso fare questa carrellata, veloce e per altro incompleta, delle molteplici tipologie funzionali delle nostre biblioteche, per mettere in luce l’esigenza di salvaguardare allo stesso tempo i due aspetti dell’unitarietà e, allo stesso tempo, della differenziazione dei servizi bibliotecari. Siamo chiamati allo stesso tempo a saper trattare le fonti informative e della conoscenza, saperle ordinare e descrivere, condividere le notizie in sistema, a interagire nell’erogazione dei servizi al pubblico, ma allo stesso tempo dobbiamo essere capaci d’interpretare la specificità della tipologia funzionale e dell’identità propria della nostra biblioteca. Di qui l’esigenza di una professionalità a tutto tondo attenta al quadro complessivo delle capacità, delle competenze e delle conoscenze bibliotecarie, ma anche in grado d’incarnarsi pienamente nella specificità della biblioteca in cui si opera».

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