Ieri
mattina il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, nell’àmbito dei compiti
inerenti l’altro incarico che ricopre part-time
(quello di leader di partito), è stato
il principale protagonista di un’iniziativa pubblica promossa dal Nuovo centro
destra e dedicata al tema delicato della famiglia.
Nel
quadro della manifestazione il Ministro Alfano è intervenuto con grande enfasi
sottolineando il valore decisivo della realtà della famiglia, quella – ha tenuto
a sottolineare – composta da un uomo e una donna (dimenticando che in una
famiglia spesso ci sono anche i figlî e gli anziani).
Quello
che sorprende tuttavia è la sostanziale incoerenza di un impegno politico a
sostegno della famiglia, che prescinde dalla promozione del lavoro, che
rappresenta di certo la condizione essenziale per portare avanti la vita
familiare e per assumersi la responsabilità di costruire una nuova famiglia.
Senza il lavoro le condizioni essenziali per vita familiare risultano di fatto
drasticamente compromesse.
Allora
le forti dichiarazioni in favore della famiglia, formulate dal Ministro Alfano,
risultano del tutto incoerenti con le azioni politiche, da lui stesso poste in
atto solo ventiquattrore prima, allorché ha scatenato la violenza a colpi di
manganellate nei confronti di padri e madri di famiglia, che difendevano il
proprio lavoro, e di giovani, che chiedevano solo di poter lavorare. Gli uni e gli
altri interessati solo a poter sostenere o formare una famiglia.
Caro
Ministro Alfano, gli impegni politici si assolvono, non con le dichiarazioni ma
con l’assolvimento responsabile delle proprie funzioni pubbliche.
Anziché
affermazioni teoriche e poco credibili, sarebbe stato molto più utile fare a
meno dei manganelli.
Si lasci
dal parte il manganello e si usi il cervello.
Vico Equense, domenica 16 novembre 2014
Sergio Sbragia
Nessun commento:
Posta un commento